Come si può richiedere un passo carrabile? Quali sono i requisiti da avere e i costi connessi? Risponderemo a tutte queste domande.
I proprietari di immobili, come un locale, una casa o un garage a livello della strada possono richiedere un passo carrabile per evitare l’ostruzione dell’accesso alla loro proprietà da parte dei veicoli parcheggiati.
Sebbene il passo carrabile sia un diritto di chi possiede determinati requisiti, per ottenerlo è necessario osservare una procedura specifica con regole severe.
Scoprire il processo di acquisizione di un passo carrabile, le sue spese, le sanzioni per i trasgressori e altre informazioni rilevanti è fondamentale.
Solo il proprietario dell’immobile o dell’azienda è autorizzato a richiedere il passo carrabile, non l’inquilino o chi ha in concessione l’immobile.
In alcuni casi l’amministratore condominiale può fare la richiesta anche per conto dell’assemblea di condominio.
Per avviare la procedura di richiesta, il richiedente deve recarsi presso l’ufficio del Comune competente per la propria residenza (o Anas o Provincia, se la strada non è comunale) e compilare un modulo che richiede i propri dati anagrafici, tra cui codice fiscale, residenza e domicilio.
Inoltre, il richiedente deve fornire dettagli pertinenti per identificare l’area o il luogo in questione.
Ricevuta la richiesta, il Comune o l’ente competente valuterà se i presupposti soddisfano i criteri di autorizzazione.
In caso di risposta positiva verrà concesso il permesso per l’installazione del passo carrabile, con tempi di risposta che vanno dai 15 giorni al mese.
La richiesta per un passo carrabile prevede un costo per l’utilizzo del suolo pubblico. Le spese sono a carico del richiedente e variano in base a molteplici fattori:
La tariffa annuale è determinata da questi criteri. Tuttavia, alcuni casi sono esenti dal pagamento, come l’accesso temporaneo per cantieri o passi carrabili appartenenti a enti comunali, regionali, provinciali, statali o religiosi.
Inoltre, le organizzazioni senza scopo di lucro e le entità non commerciali impegnate in pratiche religiose riconosciute dallo stato non sono tenute a pagare.