La Clinica Mobile lascia il paddock della MotoGP. Carmelo Ezpeleta difende la sua decisione. Il ricordo di Valentino Rossi.
Il paddock della MotoGP cambia volto e personaggi dal prossimo anno. Non ci sarà più il responsabile alla sicurezza Franco Uncini, da tempo al lavoro al fianco di Loris Capirossi, sostituito da Tomé Alfonso Ezpeleta, che sarà il nuovo “FIM Safety Officer”. Un altro pezzo di italianità scompare con il mancato rinnovo contratto della Clinica Mobile, che per lunghi decenni ha offerto servizio di assistenza sanitaria (e non solo ai piloti).
Una scelta che diversi atleti non hanno approvato, ma il CEO della Dorna Carmelo Ezpeleta è andato dritto per la sua strada, mettendo da parte ogni sentimentalismo e nostalgia in nome di un’ottimizzazione che prevede di assicurare attraverso i servigi del ‘Quironprevencion Health Center‘ diretto dal dottor Angel Charte, primario di medicina interna di terapia intensiva nell’ospedale universitario di Dexeus (Barcellona) e da tempo responsabile del servizio medico della MotoGP.
La Clinica Mobile è stata fondata dal dottor Claudio Costa alla fine degli anni ’70 che l’ha gestita direttamente fino al 2014, prima di passare le redini al dottor Michele Zasa. Il boss Ezpeleta difende la sua decisione: “L’accordo che abbiamo raggiunto con Quironprevencion è una grande notizia per la MotoGP. Sono molto soddisfatto perché è un chiaro e importante passo in avanti per il futuro. Non solo migliorerà i servizi medici a disposizione dei nostri piloti, ma per l’intero paddock, soprattutto considerando che questa partnership è stata sancita con un’azienda leader mondiale nel settore“.
Tra i piloti maggiormente dispiaciuti per l’addio della Clinica Mobile c’è Aleix Espargarò, veterano del Motomondiale, arrivato nel paddock all’età di 15 anni: “Ero un ragazzino e loro ci hanno trattato molto bene“, ricorda l’alfiere Aprilia. “Con loro mi sono sempre sentito come a casa. Non posso che ringraziarli e vedremo come sarà in futuro“.
Anche Valentino Rossi, presente a Valencia nell’ultimo Gran Premio del 2022, riserba un grande ricordo della struttura fondata dal dottor Costa. In particolare quando a Imola, nel 1982, i medici della Clinica Mobile hanno salvato la vita a suo padre Graziano dopo un incidente in pista. “Ho vissuto gli anni ruggenti del dottor Costa, quando ti rimettevi in moto anche se eri tutto rotto. Però il più grande favore che mi ha fatto – ha concluso il campione di Tavullia – è quello di avere ancora un padre“.