Lin Jarvis, a.d. Yamaha, parla del suo giovane fuoriclasse Fabio Quartararo e ricorda i tempi di Valentino Rossi.
Dopo l’era di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, la Yamaha spera di continuare l’epoca vincente con Fabio Quartararo. Il destino è nelle mani della Casa giapponese, perché il pilota di Nizza ha dimostrato di avere la stoffa del fuoriclasse, ma da molto tempo chiede delle migliorie sul motore della sua YZR-M1. Troppo ampio il gap di potenza da Ducati e le altre Case costruttrici, una pecca che il reparto ingegneristico deve colmare prima dell’inizio del nuovo Mondiale.
L’a.d. di Yamaha Racing Lin Jarvis non ha dubbi sul fatto che Fabio Quartararo sia un talento ‘straordinario ed eccezionale’ della MotoGP. Nella stagione 2022, nonostante una moto con diversi problemi, ha vinto tre gare e tenuto in vita la corsa al titolo iridato fino all’ultima gara di Valencia e chiudendo al 2° posto. Per fare un confronto, il secondo miglior pilota Yamaha in classifica finale è stato Franco Morbidelli al 19° posto. Una differenza di prestazioni tra compagni di marca che non si vedeva dai tempi di Valentino Rossi, di cui ha preso il posto nel team factory nel 2020.
Lin Jarvis ha seguito l’intera carriera del Dottore in Yamaha, convincendolo a lasciare la Honda per tentare la storia con la M1. Insieme hanno vinto quattro titoli MotoGP, ma fare un confronto tra Valentino Rossi e Fabio Quartararo è quasi impossibile: “Ricordo che in passato c’erano i cosiddetti quattro alieni [Rossi, Stoner, Lorenzo e Pedrosa] su un piano diverso dagli altri, vincevano tutto loro, adesso non è più così“.
Il livello di competizione si è alzato all’inverosimile, ci sono almeno una decina di potenziali vincitori, dovuto in parte anche alle modifiche del regolamento apportate negli ultimi anni. Vedi il fornitore unico di pneumatici e centralina elettronica (Magneti Marelli). Un livellamento generale che rende ancora più evidente il talento di Quartararo. “E’ un ragazzo che ha qualcosa di speciale“, ha proseguito Lin Jarvis a Crash.net. “Alcune persone ce l’hanno e altre no. Per me, Casey era uno di quelli“.
Ma a Fabio va dato il merito anche di aver creato un gruppo affiatato intorno a sé, non solo in pista ma anche fuori. Un elemento non di secondo piano, come ha insegnato Valentino Rossi: “Alcuni piloti hanno la capacità di formare un gruppo attorno a loro, di lavorare insieme come una squadra e di far accadere le cose. Rossi ne è un grande esempio, e anche Marquez. Se guardi il gruppo di Marc all’interno di HRC, sono molto vicini e molto uniti“.