Uber si, o Uber no? Le proteste dei tassisti a Roma e nelle più grandi città italiane sono giuste o meno? Questo il dibattito che tiene banco in questi giorni sull’attuazione del decreto Milleproroghe che darebbe il via alla liberalizzazione del settore.
Per i conducenti di taxi una mossa che deregolarizzerebbe la gestione dei servizi, aprendo una concorrenza spietata con le cosiddette “auto bianche” offerte da Uber e simili. Ma se, da un lato, le ragioni dei tassisti sono chiare, dall’altro resta aperto il dubbio rispetto i vantaggi che l’utente tipo potrebbe avere da questa apertura del Governo. Vantaggi determinati soprattutto dai prezzi attuali, che secondo i dati Ubs, ripresi da “repubblica.it”, non sarebbero confortanti nel paragone tra le maggiori metropoli europee e le tariffe attuate nelle grandi città italiane.
Una corsa di pari durata e che copre la stessa distanza, infatti, costerebbe ben il 41% in più a Roma rispetto a Londra. Dato tanto preoccupante quanto difficilmente spiegabile; poche infatti risultano essere le capitali europee in cui si paga più che a Roma e Milano. E se il tutto si potrebbe giustificare con elementi quali il traffico, a uscirne vincitore è il più volte bistrattato servizio di trasporti pubblico, il cui costo con treni e bus è nettamente inferiore alla maggior parte delle altre metropoli prese in considerazione.