I veicoli oltre i 185 kW sono stati colpiti dal supplemento di 20 euro per kW. Tuttavia, dopo la sua introduzione, c’è stata un esplosione di esterovestizione dei veicoli con targhe estere circolanti in Italia. Sfuggendo in questo modo al fisco: c’è stato un buco da 140 milioni solo nel 2012, il primo anno di applicazione.
L’annuncio di un possibile annullamento del superbollo ha più o meno disseminato le caselle di posta e il WhatsApp di tutti i professionisti del settore automobilistico con il seguente tono: “Se la Meloni togliesse il superbollo, non solo la voterei, ma la sposerei anche”.
Questa idea, raccolta dagli ambienti parlamentari, è in realtà sul tavolo, anche se non è stata ancora definita la tempistica per l’intervento. Ma cosa c’è dietro questa tassa e perché è odiata così tanto?
Un superbollo che ha causato tantissimi danni
La rivolta pubblica non è certo venuta da chi è disposto a spendere 100.000 euro o più per una supercar, ma da un folto gruppo di automobilisti che per un auto economica si vedono chiedere un superbollo che supera il prezzo dell’auto stessa. Tuttavia, oltre alle proteste, devono essere presi in considerazione anche fattori tecnici.
Ciò è dovuto al fatto che il superbollo ha causato notevoli danni alle entrate del governo. Per comprendere meglio questo problema, bisogna risalire al 2011, anno di introduzione della norma, ovvero al primo anno di operatività, il 2012.
L’addizionale fiscale sul bollo auto, nome ufficiale, è iniziato nel luglio 2011 e prevede l’applicazione di un importo pari a 10 euro per ogni kW di potenza del veicolo superiore a 225 kW con effetto retroattivo per tutto il 2011. Poi dal 1 gennaio 2012 il sovrapprezzo è stato portato a 20 euro/kW ed esteso ai veicoli con potenza superiore a 185 kW.
Nel 2012 la perdita totale è stata di circa 140 milioni di euro a causa di minori entrate fiscali e mancati utili, suddivisa in questo modo: 19,8 milioni per le Regioni per mancato pagamento del bollo, 93 milioni di gettito IVA per lo Stato, 5,2 milioni di mancata IPT per le Province e 9 milioni su RCA.
Una serie di sviluppi imprevisti e controproducenti, causati dalla situazione stessa, hanno messo a dura prova l’Erario. In particolare, la riduzione delle nuove immatricolazioni di veicoli con cilindrata superiore a 185 kW.
Il fenomeno dell’esterovestizione
Inutile dire che il nord Italia ha visto un’impennata del “falso leasing” di auto date in noleggio con targa tedesca e usate da clienti italiani (senza versamenti di IVA, imposta di bollo, superbollo, IPT, mancato pagamento delle multe, oltre all’impossibilità di sequestrare un veicolo immatricolato all’estero, evasione del redditometro e la complessità dei controlli stradali)
Inoltre, sul territorio nazionale continua a circolare il fenomeno della esterovestizione dei veicoli vietati all’esportazione verso i paesi dell’UE con targa austriaca, tedesca, romena o bulgara.
E l’esplosione di diffusione per esportazione sia di auto con nuova immatricolazione, poi radiata e reimmatricolata con una targa estera, sia di auto usate che dopo il secondo anno non portano più entrate fiscali nel Paese. Questo è stato confermato dai dati del 2012, che mostrano che le vendite di veicoli oltre i 185 kW sono più che raddoppiate (da circa 13.000 nel 2011 a circa 29.000, +115%).
E quindi ora si torna alla questione della cancellazione del superbollo. Questa tassa è anche facile da applicare, in quanto per renderla valida non richiederebbe nemmeno un calcolo della copertura economica, visto che oltre a non portare nulla, fa anche perdere entrate fiscali allo Stato.
E noi tutti automobilisti ovviamente restiamo con la speranza.