Semaforo rosso, se lo si becca la multa è sicura. Ma bisogna sapere che spesso è possibile anche fare ricorso.
Capita di attraversare un incrocio mentre il semaforo è rosso, magari per un attimo di disattenzione, in cui si era sovrappensiero, o parecchio stanchi. Ma niente paura perché ci sono dei casi, non tutti, in cui è possibile fare ricorso con buone probabilità di vincere.
Ovviamente attraversare l’incrocio con il semaforo rosso è pericoloso. Per questo è non commettere questi errori e mettersi alla guida soltanto quando si è davvero in grado di condurre un mezzo senza essere un ostacolo o un rischio per sé e per gli altri.
Semaforo rosso, le novità sulla legge
In prossimità di incroci o semafori bisogna sempre rallentare. In particolare quando si è vicini ad un semaforo è consigliato rallentare e poi fermarsi, anche quando il semaforo è giallo e non rosso perché di lì a poco cambierà colore.
Negli anni le regole cambiano, l’articolo 41 del Codice della Strada cerca di fare chiarezza sui segnali luminosi, sul loro compito e su quello che è il dovere del singolo cittadino. L’articolo 146 in modo particolare si occupa delle violazioni della segnaletica stradale e delle conseguenze.
L’utente che non ha rispetto della segnaletica stradale rischia di ricevere una sanzione pecuniaria, il cui valore va da €42 a 173. Sei il conducente prosegue il suo cammino mentre il semaforo è rosso, la multa aumenta a dismisura. Per cui si va da 167 euro a 665 euro. Mentre per coloro che ripetono lo stesso errore due volte entro due anni, può addirittura rischiare la sospensione della patente da un minimo di uno a un massimo di tre mesi.
I casi in cui è possibile pensare di fare ricorso
La domanda che tutti si pongono però è un’altra, una volta ricevuta la multa, si può fare ricorso per annullarla? La risposta è sì, ma è importante che ci siano i requisiti fondamentali per farlo. Il conducente può contestare la multa nel caso in cui ci dovesse essere un’indicazione sbagliata dei dati del proprietario dell’auto o dell conducente qualora dovesse essere diverso.
È possibile fare ricorso anche se il luogo dell’infrazione, la data e l’ora, non dovessero corrispondere. Una multa può essere contestata anche se arriva dopo 90 giorni rispetto a quando l’infrazione è stata commessa.
Ma non si tratta soltanto di cause materiali, si può provare a fare ricorso anche quando si può dimostrare che il conducente non poteva fermarsi oppure rallentare, per tempistiche e caratteristiche della strada.
Successivamente la decisione spetta al prefetto oppure al giudice di pace. Attenzione però, perché c’è un tempo limite per presentare ricorso ovvero entro 60 giorni o 30 dalla notifica della multa.