L’automobile nacque scomoda senza sedili veri e propri, con panchette di legno dure come il legno con cui erano confezionate. Ben presto arrivarono comode imbottiture rivestite in pelle (all’epoca il materiale più solido e resistente) adatte alle intemperie cui era esposto lo stesso conducente. Quando Citroën produsse la sua prima 10HP Tipo A, esattamente un secolo fa, i passeggeri avevano a disposizione comode poltroncine, imbottite e ammortizzate. Insieme alla morbidezza della sospensione erano ideali per neutralizzare le piccole asperità.
Più le Citroën crescevano in dimensioni e in equipaggiamenti ed allestimenti, più i sedili erano comodi ed imbottiti. Sulle C4 e C6 si poteva tranquillamente parlare di “poltrone”, con tanto di braccioli e schienali reclinabili a piacere, con ingegnosi sistemi di cinghie e fibbie. Poi le vetture divennero sempre più performanti in termini di velocità: la Traction Avant, pur di cilindrata inferiore, era più veloce delle sue antenate e quando André Citroën la presentò, nel catalogo c’era anche una versione a vocazione squisitamente sportiva: la 22 faux cabriolet (che oggi chiameremmo Coupé) che montava un otto cilindri di oltre tre litri di cubatura e che doveva viaggiare fino a 160 km/h, impensabili all’epoca per un’auto di serie.
Oltre ad offrire comfort, era necessario progettare sedili che trattenessero gli occupanti nelle curve affrontate ad alta velocità e la Traction era “collée à la route” (incollata alla strada) e grazie alle sue caratteristiche tecniche e all’aderenza frutto della trazione anteriore, affrontava curve impegnative a velocità elevate, distinguendosi rispetto alle vetture della concorrenza. Lo stilista italiano Flaminio Bertoni non si limitò ad intervenire sulle linee della carrozzeria ma collaborò personalmente anche al design dei sedili della “reine de la route”: quella Traction Avant che regnava incontrastata sulle nazionali e dipartimentali della Francia degli anni ‘30, guidata tanto dai gangster che dai poliziotti che li inseguivano!
Poi fu la volta della 2CV. La velocità non era nella lista dei problemi da risolvere in quanto, per ordine del Direttore Generale di Citroën, Pierre Jules Boulanger, l’auto che avrebbe dovuto motorizzare la Francia non doveva superare i 60 km orari. C’erano, in compenso, altre priorità: il comfort (l’auto doveva viaggiare anche attraverso i campi arati senza rompere le uova che trasportava sui sedili) ed il costo di realizzazione. Anche in questo caso, il problema fu risolto da Flaminio Bertoni che, grazie anche a certi studi dell’architetto Jean Prouvé, immaginò dei sedili “ad amaca”, sospesi tra tetto e seduta, semplicissimi e altrettanto confortevoli. Dopo la guerra, la Direzione ritenne inadatta questa soluzione e chiese a Bertoni di rivedere il progetto.
Il geniale stilista disegnò una normale armatura del sedile in ferro tubolare, dove agganciò un sistema di elastici su cui adagiare una sottile imbottitura, mantenendo così il principio dell’amaca senza più tiranti e sostegni.
Poi fu la volta della Dea delle automobili: la Citroën DS19, presentata nel 1955. La Dea del Comfort faceva larghissimo uso di un nuovo materiale: il Dunlopillo, una gomma piuma alveolare a densità differenziata, prodotta dalla Dunlop, più soffice nel centro dello schienale o del cuscino del sedile e più robusta ai lati, capace di accogliere la persona e trattenerla lateralmente in un abbraccio incredibilmente soffice. Anche la Citroën DS, durante i vent’anni in cui rimase in produzione, crebbe in potenza e prestazioni, imponendo una riprogettazione completa dei sedili nel 1969 che persero le molle sotto al cuscino in favore di blocchi unici di Dunlopillo, sagomati con maggior spessore ai lati per trattenere meglio gli occupanti in curva.
Ormai la corsa verso le alte prestazioni era iniziata e nel 1970 arrivarono due nuovi modelli: la filante coupé SM e la berlina media GS che, appena nata, con un motore di circa un litro, aveva prestazioni paragonabili a quelle della DS al momento del lancio. Per entrambe le vetture furono predisposte sedute idonee: lussuose e profilate per la SM, avvolgenti e confortevoli per la GS.
Nel 1974 fu la volta della CX che, complice la crisi petrolifera dell’epoca, si trovò a ricoprire il ruolo di ammiraglia del Marchio del Double Chevron. Per la CX, i progettisti immaginarono un abitacolo “space age” dove i sedili e i pannelli delle porte si integravano con continuità intorno agli occupanti. Grazie al lavoro di progettisti del calibro di Michel Harmand, autore degli interni delle Citroën degli anni ‘70 e ‘80, la Marca del Double Chevron è sempre stata all’avanguardia per stile e comfort: una tradizione avviata dal fondatore della Marca che oggi, cento anni dopo, troviamo inalterata sulla gamma attuale.
L’ultimo modello appena lanciato sul mercato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross, offre una vera innovazione al servizio del benessere a bordo: i Sedili Advanced Comfort che, grazie all’imbottitura più spessa di 15 mm, garantiscono morbidezza e sostegno. Inoltre una schiuma poliuretanica strutturata e spessa in superficie, abbinata a una schiuma ad alta densità nella struttura interna dei sedili anteriori, offre un comfort dinamico di riferimento, essenziale per un corretto sostegno nei lunghi tragitti. Questa schiuma ad alta densità evita tra l’altro cedimenti dopo ore di guida e l’invecchiamento del sedile dopo anni di utilizzo. Infine, il comfort posturale è garantito dalle sedute e dagli schienali molto ampi con sostegno rafforzato, dai sedili anteriori regolabili in altezza, dagli appoggiatesta anteriori regolabili in altezza e in profondità, dal sedile conducente con regolazioni elettriche a 8 vie con memorizzazione della posizione. I sedili anteriori offrono a conducente e passeggero, oltre al riscaldamento, il sistema di massaggio multipoint evoluto che agisce in 8 settori dello schienale, con 5 programmi proposti, per combinare il massaggio alla zona lombare, alla schiena e alle spalle.
Grazie ai sedili Advanced Comfort, i passeggeri sono invitati ad accomodarsi a bordo del Nuovo SUV C5 Aircross e vivere un’esperienza di viaggio inedita, per un comfort fuori dal comune. Anche nella sua visione della mobilità del futuro Citroën pensa al comfort: su 19_19 Concept, recentemente presentato in anteprima mondiale a Vivatech 2019, il benessere a bordo va al di là dei parametri tradizionali del mondo dell’automotive. L’abitacolo è infatti progettato come un vero salotto e per i passeggeri diventa in qualche modo la continuazione della propria casa, per viaggiare comodi, in totale tranquillità e silenzio. Ogni posto nell’abitacolo è trattato per offrire un’esperienza unica e personalizzata per cui ogni passeggero può scegliere la propria esperienza di viaggio.