Una banconota da 50 euro sul parabrezza può sembrare un regalo dal cielo, ma se capita meglio restare in auto e chiamare la polizia.
Questo metodo è ben noto: parcheggiare in un’area di sosta, preferibilmente alla fine di un angolo nascosto o in una zona con scarsa visibilità.
Dopo aver parcheggiato, la persona scende dall’abitacolo per andare a fare la spesa o per svolgere un’altra attività. Fa tutto questo senza preoccuparsi del suo veicolo o di ciò che potrebbe succedere nel parcheggio.
D’altronde, i criminali che osservano quella persona sono lì per far scattare la propria trappola e, di solito, agiscono dopo che l’auto è stata parcheggiata.
Quando la persona in questione torna alla propria auto, a prima vista non si nota nulla di particolare. Mette la spesa nel bagagliaio e sale al posto di guida.
Di solito, quando si siede al posto di guida, la chiusura centralizzata non si attiva subito. Senza preoccuparsi che qualcuno possa stare lì a osservare, inserisce la chiave nel cruscotto. Il motore si avvia e nota che sul parabrezza c’è una banconota da 50 euro.
Per curiosità, la persona scende dall’auto. La trappola sta per mettersi in moto. Probabilmente l’auto è rimasta accesa e il suono del motore maschera quello delle portiere dell’altra macchina che sbattono.
D’altronde, in un parcheggio il rumore delle portiere viene interpretato come innocuo, quindi non fa caso.
Due, o anche più, criminali si avvicinano mentre la persona è lì a osservare questo regalo inaspettato.
Il richiamo del profitto è troppo forte, e quasi tutte le vittime non si rendono conto della presenza dei criminali. La trappola si manifesta nel momento in cui si avvicinano all’auto rapidamente.
L’aggressore scaraventa il malcapitato a terra, sale in auto e sfreccia via. Un furto d’auto a tutti gli effetti. Nel 2018, alle forze dell’ordine sono pervenute 93.400 denunce di furto d’auto.
Il furto elettronico è la tipologia di furto in più rapida crescita dal 2016 in poi. I criminali programmano una chiave vergine e sostituiscono quella di un utente.
Ma, a differenza di altri metodi, richiede competenze informatiche. In totale, si contano più di 300 veicoli al giorno rubati.
L’aggressore con tale metodo fa cadere il malcapitato a terra, sale nella sua auto e se ne va. Poiché la chiave dell’auto è quasi sempre insieme a quella di casa, il ladro utilizzerà i dati presenti sul libretto di circolazione e, tramite il GPS, riesce a trovare l’abitazione per rubare ciò che vuole.