Jonathan Rea si difende dalle accuse della Ducati. Per Alvaro Bautista avrebbe provocato volontariamente l’incidente in gara 2.
Si solleva un polverone sul campionato Superbike dopo l’ultima gara a Magny Cours, contrassegnata dalla caduta di Alvaro Bautista dopo un contatto con Jonathan Rea. Il sei volte iridato della Kawasaki ha commesso una manovra al limite, secondo Ducati oltre il limite, ma per i commissari FIM si tratta di un incidente di gara da sanzionare con un Long Lap Penalty.
Johnny sconta la penalizzazione e perde 2,5″ circa, perde la corsa per il podio ma porta a casa un 5° posto che vale oro per la classifica. Ma l’attenzione è tutta rivolta a quanto accaduto in curva 15 poco dopo la partenza, con Alvaro Bautista superato e poi atterrato. Volontariamente o involontariamente? Per il team di Borgo Panigale sarebbe stato un gesto intenzionale da punire con la bandiera nera. Ma Rea rimanda al mittente ogni accusa.
In Francia ha dovuto fare i conti ancora una volta con i limiti della sua Ninja ZX-10RR, deve spingere al massimo per tenere il passo di Bautista e Razgatlioglu. Poi l’episodio che macchia il weekend. “Sono andato dentro, lui è tornato sulla sua linea e ci siamo toccati“, ha spiegato il campione della Kawasaki. “Purtroppo è caduto, mi dispiace molto. Non era mia intenzione, voglio chiarirlo. Non c’era nessuna cattiva intenzione da parte mia… Sono andato da lui per chiedere scusa. Gli ho dato la mia versione e lui la sua“.
Ma Ducati ha ritenuto irrisorio il Long Lap Penalty e si rivolge alla Corte d’Appello FIM vicino Ginevra. “Ognuno può avere la sua opinione, ma bisogna considerare anche il mio punto di vista. È triste che si sentano così. Forse è perché le emozioni sono alle stelle, ma queste sono le corse“. La testa della classifica dista 47 punti quando mancano cinque Gran Premi alla fine del Mondiale SBK, ma quanto accaduto in Francia continuerà ad essere sul banco ancora a lungo.
Infine Jonathan Rea ribatte alle accuse degli uomini in rosso. “È abbastanza ignorante e irrispettoso dire che l’ho fatto apposta. Il direttore di gara avrebbe potuto sanzionarmi con una penalità più severa. Ma è stato un incidente di gara. Accetto il suo punto di vista, ma è suo, non mio. Non devo dire altro per convincere qualcuno della mia innocenza, non posso cancellare quello che è successo“.