Il giorno tanto atteso è arrivato. La revisione auto, a partire dalla scorsa mezzanotte, è stata interessata da nuove regole che, da adesso in poi, disciplineranno il controllo periodico dei veicoli.
È entrato in vigore, infatti, il decreto numero 214 firmato dal Ministero dei trasporti lo scorso 19 maggio 2017. Un dm necessario e che rispetta la normativa europea 2014/45. Le novità, utili per una maggiore sicurezza, per rispettare l’ambiente e per evitare truffe, sono tantissime e riguardando non solo le automobili, ma anche altri tipi di mezzi come quelli adibiti al trasporto di persone (M1, M2, M3) e quelli per il trasporto di cose (N1, N2, N3).
Ma non solo, il provvedimento vale anche motoveicoli e ciclomotori (L1e, L2e, L33, L4e, L5e, L6e, L7e), rimorchi (O1, O2, O3, O4) e trattori con ruote che superano i 40 km/h (T1b, T2b, T3b, T4b). La norma, obbligatoria, prevede l’introduzione di un documento chiamato Certificato di revisione, contenente tutti i dati dei mezzi in questione durante “l’ispezione”. Il controllo verrà effettuato da ispettori ministeriali o da quelli autorizzati alla revisione che, appena terminato, dovranno firmare il documento di avvenuto controllo del mezzo.
Lo stesso documento conterrà i seguenti dati: numero di telaio, targa di immatricolazione, luogo e data del controllo, lettura del contachilometri al momento del controllo, categoria del veicolo; carenze individuate e livello di gravità, risultato del controllo tecnico, data del successivo controllo tecnico o scadenza del certificato attuale; nome del centro revisioni che ha effettuato il controllo.
Infine, nessuna variazione per gli intervalli di revisione (ogni 4 anni dalla prima immatricolazione e successivamente ogni 2 anni) e per le tariffe (45 euro presso la Motorizzazione civile; 66,88 euro nei centri privati autorizzati)
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