Tutti quanti noi pensiamo che i benzinai rispetto a molti altri lavoratori siano ricchi, soprattutto in questo periodo tanto difficile in cui la benzina e il diesel hanno un costo veramente elevato.
Ma la realtà dei fatti qual è? I benzinai stanno intascando più del dovuto o per il loro portafogli non è cambiato nulla? Vediamo di scoprire qualcosa di più a questo proposito.
In questi giorni si sta tanto parlando non soltanto della benzina che è nuovamente arrivata a quasi €2 al litro, ma anche dei benzinai in sciopero che lamentano condizioni di lavoro non delle migliori e molte altre problematiche di cui nessuno si preoccupa.
Lo sciopero dei benzinai e la loro situazione poco agevole
La categoria di lavoratori in questioni aveva annunciato già qualche settimana fa lo sciopero per la giornata del 25 e quella del 26 gennaio. Terminato il primo giorno di manifestazione, già a partire dal 26 gli impianti torneranno ad essere aperti e a svolgere il regolare servizio, come sempre.
Ma vediamo di rispondere adesso al quesito sui ricavi. Il ricavo per chi vende la benzina è del 10%, quindi si parla di una percentuale nettamente minore rispetto a quella che spetta allo Stato e rispetto a quella che tutti noi avremmo immaginato.
Quanto guadagna un benzinaio medio
La prima distinzione che va fatta a questo proposito è tra il benzinaio proprietario dell’impianto e l’impiegato che lavora al rifornimento. Il benzinaio impiegato guadagna delle cifre che vanno da 870 euro per chi ha iniziato a svolgere questo lavoro da poco, a €1.570 per chi ha dietro le spalle una carriera della durata di almeno 20 anni.
In Italia la media è di 1.250 euro al mese, per un lavoro di 45 ore la settimana. Il benzinaio proprietario invece guadagna il 10% e non oltre, al litro. Per spiegare tutto questo bisogna scindere il prezzo della benzina in tre parti.
Da un lato c’è il platts, dall’altro c’è il guadagno del benzinaio e infine ci sono le tasse. Il platts indica l’agenzia che stabilisce il prezzo di vendita del carburante, le tasse sono quelle che gravano sul prezzo base e infine il guadagno del proprietario è la percentuale minima del 10%, mentre lo Stato essendo un azionario di maggioranza ottiene un ricavo di gran lunga maggiore.
Il tema della benzina e dei rincari, grava sulle spalle del nuovo governo formato da Giorgia Meloni alla quale più volte è stato richiesto di avviare il taglio sulle accise che però certamente tarderà ad arrivare.
Il premier ha spiegato che non si può varare il taglio sulle accise fin quando il costo del carburante non oltrepassa i €2 al libro proprio come successo quando era presente il Governo precedente. Per cui almeno per ora la popolazione italiana è chiamata a soffrire.