A Portimao Pecco Bagnaia e Ducati non possono sbagliare: il capotecnico Cristian Gabarrini svela qualche retroscena del vicecampione.
Pecco Bagnaia arriva a Portimao con il 12° posto in classifica e 23 punti in valigia, dopo le prima quattro gare extra-europee. La vetta dista già 38 punti e nel prossimo fine settimana si dovrà assolutamente assottigliare questo gap che rischia di farsi irreversibile. Nella passata stagione di MotoGP il circuito dell’Algarve ha regalato ottimi risultati al pilota torinese della Ducati: 2° posto nel primo round, vittoria nel finale di campionato.
Sarà interessante capire se il tracciato portoghese calzerà a pennello anche con la Desmosedici GP22, una moto non molto differente dalla versione precedente, ma che sicuramente ha rallentato sulle sensazioni e sulla fiducia di Pecco. Prima la vicenda del Front Ride Height Device, bandito dalla GP Commission e accantonato da Bagnaia e Miller, poi la scelta della specifica di motore, hanno condizionato la preseason e le prime gare. Adesso è tempo di mettersi alle spalle ogni problema e ritornare a martellare, un colpo alla pista e uno al Mondiale.
La forza interiore di Bagnaia
Ai box si avverte una certe pressione per il GP di Portimao. “È vero, questa è una gara significativa“, ammette il capotecnico Cristian Gabarrini a ‘La Gazzetta dello Sport’. Vietato commettere errori, peserebbe sul morale oltre che sulla corsa al titolo. Nella prima parte del campionato ha pesato anche una certa pressione sul vicecampione MotoGP: “Quando fai una moto nuova, possono esserci cose da mettere a posto. Inoltre, secondo me, aveva aspettative molto elevate e si è messo addosso un po’ troppa pressione. Questi due fattori lo hanno condizionato“.
L’obiettivo è ritornare a quella costanza e consistenza di risultati che lo hanno contraddistinto nella seconda metà della stagione 2021. Non è solo una questione tecnica, ma anche di carattere. Deve essere Pecco Bagnaia a tirare fuori gli artigli per ritornare a graffiare la pista, a lasciare il segno. “Ha un enorme talento, ma a volte gli manca un po’ di cattiveria“, ha aggiunto Cristian Gabarrini. “È un ragazzo d’oro e a volte gli servirebbe essere un po’ più cattivo“.
Il destino della Ducati in classe regina è nelle sue mani, se a Borgo Panigale gli hanno già rinnovato la fiducia fino al 2024 avranno i loro buoni motivi. Tra questi la sua capacità di migliorarsi: quando è arrivato in sella alla Desmosedici il suo punto debole era la frenata, ora è il suo cavallo di battaglia, dimostrando di sapersi adattare e modificarsi come pochi altri sanno fare. “Pecco ha ancora un margine di crescita – ha concluso il capotecnico -, ma a certi livelli è tutto nella testa dei piloti“.