Dopo la caduta in Texas Pecco Bagnaia chiedeva ai tecnici Ducati di trovare una spiegazione, ma i dati della telemetria parlano chiaro.
Al settimo giro del GP di Austin Pecco Bagnaia ha rimediato una caduta in curva 3. Inizialmente ha incolpato il setting della moto, ma la spiegazione risulta abbastanza chiara.
Tra Argentina e Texas Pecco Bagnaia ha mandato in fumo 45 punti. A Termas de Rio Hondo è caduto sul bagnato mentre inseguiva Marco Bezzecchi che s’involava verso la vittoria. Ad Austin era in testa alla gara inseguito a stretto giro da Alex Rins quando è scivolato “inspiegabilmente” alla curva 3 del Circuit of the Americas. Stava provando a scavare un margine dall’inseguitore, ma ha commesso un errore.
Dopo lo “zero” in terra sudamericana si era preso ogni responsabilità per l’accaduto. Al termine del GP del Texas, invece, il campione della Ducati chiedeva una spiegazione ai suoi tecnici. Non riusciva a capacitarsi di una caduta quasi banale, non era al limite e non è stato ostacolato dal rivale della Honda. Cosa è successo? Pecco Bagnaia sembrava volesse puntare il dito sul setting della moto, aveva invocato una moto meno stabile per comprendere meglio il comportamento delle gomme. Invece dovrebbe fare per la seconda volta mea culpa.
Il secondo ko domenicale semina qualche dubbio nel box Ducati factory e consente al collega Marco Bezzecchi di restare leader in classifica seguito da un bel mucchio di competitor. Al secondo posto c’è Bagnaia con un distacco di 11 punti, purtroppo non ha saputo approfittare della doppia assenza di Marc Marquez ed Enea Bastianini. I dati della telemetria parlano chiaro: il numero 1 ha compiuto una traiettoria troppo larga, di circa 30 centimetri più all’esterno della linea ideale. L’asfalto poco aderente di Austin ha poi fatto il restante.
Pecco aveva chiesto un confronto con gli ingegneri per comprendere i motivi della caduta, ma buona parte dei vertici del team sono ripartiti dagli Usa in Europa con il primo aereo disponibile dopo il Gran Premio. In questi giorni ci sarà il tempo per riflettere, ma dai dati è evidente che c’è poco da chiarire e tutto porta a pensare che si tratti di un errore individuale. Fra meno di due settimane si correrà a Jerez e il campione del mondo potrà tornare con le idee più chiare e la promessa di dover compiere uno step individuale se vorrà puntare al secondo titolo nella classe MotoGP.