Per ottenere la patente per la moto, cioè quella che ci permette di guidare qualsiasi tipo di scooter o moto, è sufficiente avere 18 anni, anche se a quell’età molti richiedono soprattutto la B per l’auto. Tuttavia, sembra che la procedura per ottenerla sia stata ora, per così dire, snellita.
Per ottenere la patente A in Italia non è più necessario sostenere un nuovo esame pratico. Una novità riguardante i motociclisti che desiderano passare a una moto di potenza superiore è stata introdotta dal Decreto Infrastrutture-Bis, passato anche al Senato.
Patente per motocicli e Decreto Semplificazioni
Con il nuovo Decreto Infrastrutture-Bis, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ha ufficialmente adottato importanti riforme che “riducono gli oneri amministrativi per gli utenti e accelerano il rilascio di patenti di guida, abilitazioni professionali e certificati di idoneità professionale”.
Di particolare rilievo per i motocicli è la possibilità di ottenere la patente A2 e A senza dover sostenere un esame pratico, come avveniva in precedenza su un motociclo. Come tanti motociclisti sanno, in passato dovevano superare una prova pratica dimostrando la loro abilità nelle manovre e nella sicurezza di:
– Motocicli con potenza nominale da 20 kW a 35 kW, rapporto potenza/peso pari o inferiore a 0,2 kW/kg e cilindrata pari o superiore a 250 cm3 (per patente A2)
– Motocicli con potenza nominale almeno di 50 kW, cilindrata almeno di 600 cm3 e massa a vuoto superiore a 180 kg (per patente A o A3)
Patente, senza esame pratico per quella A
All’età di 18 anni molte persone si iscrivono alla scuola guida e il tipo di patente che ottengono è spesso di tipo B1, cioè per autovetture. Questo perché ovviamente si può entrare subito in possesso di autonomia per spostamenti e lavoro.
D’altra parte, poche persone richiedono immediatamente la patente A per i motocicli, anche se ci sono comunque. Ora sembra che sia stata introdotta una nuova procedura per accelerare il processo di ottenimento della licenza.
Con l’approvazione del Decreto Infrastrutture-Bis, la prova pratica per le patenti di motocicli di categoria A2 o inferiore alla A non è più richiesta. Il MIMS afferma infatti che: “I titolari di patenti A1 o A2 potranno ora ottenere una patente A2 o A senza dover sostenere un nuovo esame pratico dopo essersi sottoposti a una formazione specifica”.
Quindi, per chi richiede la patente di guida per la prima volta, la procedura rimarrà la stessa e non cambierà nulla. D’altra parte, i motociclisti già in possesso di una patente devono seguire solo un corso di sette ore senza dover dimostrare le proprie capacità di guida.
L’eliminazione dell’esame finale non è valido per tutti
Per quanto riguarda la patente per i motocicli, l’eliminazione del già citato esame finale, in cui il candidato guida la moto e viene seguito dall’esaminatore in auto, è una novità. Ma va notato che non è valida per tutti ed è limitata ad alcune categorie di persone.
Dal 2004 circa ad oggi, è noto che per guidare un mezzo a due ruote, a partire dagli scooter che possono essere utilizzati dai 14 anni in su, è necessario conseguire un “patentino”, che viene assorbito dalle patenti conseguite successivamente, il cui nome è AM.
Esistono poi due categorie di ciclomotori di maggiore cilindrata: A1, che si può ottenere normalmente a partire dai 16 anni, e A2, che si può ottenere a partire dai 18 anni.
Per poter applicare il protocollo che consente ai candidati della patente A di frequentare un corso di scuola guida di circa sette ore di teoria e pratica senza sostenere l’esame finale, è necessario aver raggiunto la categoria intermedia sia per la A1 che per la A3. In caso contrario, dovranno seguire il protocollo convenzionale per ottenere la patente A.