Tutti coloro che hanno intenzione di conseguire la patente A possono godere di un’importante esenzione: tutti i dettagli.
Chi ha già conseguito la patente A1 o A2 per i motocicli non dovrà più sostenere l’esame per prendere la patente A3. La novità era già circolata negli scorsi mesi ma ora è diventata ufficiale. La conferma è arrivata dall’UNASCA, sigla che sta per Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica. Per essere più chiari, ora i possessori di patenti A1 o A2 possono estendere il documento e guidare moto di cilindrata superiore senza dover più svolgere alcun esame.
Come chiaramente riportato nel decreto Infrastrutture-bis, infatti, chi ha già conseguito la patente A1 (che si può ottenere dai 16 anni in su) e la patente A2 (a partire dai 18 anni) dovrà soltanto seguire un percorso formativo presso le autoscuole autorizzate.
Tuttavia, per usufruire di questa estensione per la patente A3 bisognerà attendere almeno due anni dal conseguimento della patente A1 o A2.
Il corso che si tiene nelle autoscuole prevede sia una parte pratica che quella teorica, ma non c’è alcun esame finale.
Le ore di lezione saranno in tutto sette, di cui 3 in formato collettivo. Le altre quattro ore si baseranno su esercitazioni individuali sulle moto che appartengono alla categoria della patente A3.
Un cambiamento che consente di rendere più veloci le pratiche e che certamente verrà accolto con favore da parte dei motociclisti.
Finora, infatti, coloro che conseguivano la patente A1 dovevano attendere i 18 anni per conseguire la patente A2, sottoponendosi a un esame pratico di guida.
Stesso discorso per i possessori di patente A2: per ottenere la A3 avrebbero dovuto attendere altri due anni, sempre superando un esame pratico.
Va tuttavia precisato che l’offerta formativa proposta con il decreto Infrastrutture-bis non è obbligatoria. Coloro che preferiscono svolgere l’esame pratico ed evitare così il percorso didattico-formativo possono ancora farlo.
Pertanto, tutti i motociclisti che vogliono conseguire la patente A2 o la patente A3 – quest’ultima indicata anche come patente A – possono continuare a farlo anche con le vecchie modalità, vale a dire con l’esame di guida.
L’entrata in vigore della disposizione viene accolta con grande soddisfazione dall’UNASCA, che sottolinea il passo importante che viene compiuto in Italia nel riconoscimento dell’importanza della formazione.
Questa nuova introduzione ha come obiettivo principale quello di consentire ai guidatori di motocicli di acquisire sempre più competenza e consapevolezza.
Ancora oggi, infatti, le moto sono tra i veicoli maggiormente protagonisti di incidenti stradali con conseguenze gravi.
“Questo recepimento – fa sapere l’UNASCA – rappresenta una importante e concreta opportunità per garantire la sicurezza stradale nel nostro Paese”.