È guerra sull’eredità lasciata dal compianto ex pilota di Formula 1 austriaco, Niki Lauda. Che cosa è accaduto dopo la sua morte?
Niki Lauda è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti di Formula 1 di tutti i tempi. L’austriaco, nato a Vienna nel febbraio del 1949, si è laureato per ben tre volte Campione del Mondo della competizione automobilistica più importante di tutte.
Ha conquistato due volte il titolo con la Ferrari, nel 1975 e nel 1977, e una volta con la McLaren nella stagione agonistica 1984. In tutto, l’austriaco ha disputato 171 Gran Premi, vincendone 25 e conquistando per 24 volte la pole position.
Fra i due titoli mondiali conquistati con il Cavallino Rampante, la carriera dell’austriaco fu caratterizzata da un terribile incidente sulla pista del Nürburgring. La sua monoposto prese fuoco, a causa della perdita di benzina dopo un impatto in pista, e il pilota rimase intrappolato all’interno senza casco.
Niki Lauda uscì incredibilmente vivo dal grave incidente, ma il suo volto rimase sfigurato parzialmente per tutta la vita, a causa delle bruciature.
Ad appena 42 giorni dal terribile incidente, Niki Lauda tornò in pista a Monza per il Gran Premio d’Italia. Un gesto eroico che colpì tutti. Il pilota riuscì anche a classificarsi al quarto posto finale.
A chi è andata l’eredità dello storico pilota austriaco di Formula 1 dopo la sua morte, avvenuta nel 2019? Scopriamo tutti i dettagli su questo intricato – e ancora non chiuso – argomento. Ecco tutte le informazioni in merito.
Niki Lauda, sai cosa è successo alla sua enorme eredità? Ecco i dettagli
Niki Lauda è deceduto all’età di 70 anni, nel maggio del 2019. Circa nove mesi prima era stato ricoverato d’urgenza in ospedale per una infezione polmonare. L’ex pilota venne sottoposto anche a un intervento di trapianto di polmone.
Nella notte tra il 20 e il 21 maggio del 2019, la situazione per lui precipitò, a causa di una insufficienza renale. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto immenso in milioni di appassionati di motori, e non solo.
Dopo il suo ritiro dalle corse, Niki Lauda ha intrapreso la carriera da dirigente sportivo. L’ex pilota è stato consulente per la scuderia di Maranello e direttore tecnico della Jaguar. Dal 2012 fino al suo decesso, infine, è stato anche presidente non esecutivo della Mercedes.
Il suo incredibile carattere in pista e nella vita, lo hanno reso immortale. Niki Lauda, infatti, è amato in ogni angolo del pianeta. Al volante delle sue monoposto, la sua guida, per così dire, “fredda” ha fatto la storia di questo sport.
Dopo il suo decesso, Niki Lauda ha lasciato una eredità immensa, per un totale di oltre 500 milioni di euro. A chi è andata? Scopriamo tutti i dettagli su questa intricata vicenda.
La battaglia sull’eredità
L’ex moglie di Niki Lauda, la 44enne Birgit Wetzinger, è in piena guerra contro la Fondazione costituita dall’ex pilota nel lontano 1997. Al Tribunale Regionale di Vienna, ha chiesto, infatti, una somma compresa tra i 20 e i 30 milioni di euro. A 4 anni dalla sua morte, la questione non è ancora chiusa.
Niki Lauda si è sposato due volte in vita sua. Dalla prima moglie, Marlene Knaus, sono nati i figli Lukas e Mathias, i quali hanno rispettivamente 44 e 42 anni. Dalla sua seconda relazione, invece, sono nati i gemelli Max e Mia, i quali oggi hanno 13 anni.
Prima della sua morte, l’ex pilota aveva provato a regolare la sua eredità, in modo tale da non scontentare le sue “due famiglie”. Tra di loro, quindi, non dovrebbero essere presenti particolari problemi in tal senso.
La Fondazione, però, gioca un ruolo chiave per l’eredità. Infatti, stando al testamento dell’ex pilota, se la linea diretta dei parenti si dovesse estinguere in futuro, tutto il suo patrimonio dovrebbe finire al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Un qualcosa che non va assolutamente giù alla vedova e ai suoi figli.
Stando al quotidiano austriaco ‘Kurier’, sarebbe in corso una vera e propria battaglia legale fra le parti presso il Tribunale di Vienna. La questione potrebbe durare ancora a lungo. Siamo certi che Niki Lauda non avrebbe mai voluto che si arrivasse a una situazione simile dopo la sua morte.