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MotoGP

MotoGP, tecnologia militare nel box Suzuki: la rivelazione di un ingegnere

Un ingegnere del team Suzuki svela una tecnologia impiegata ai box del team MotoGP ereditata dal settore militare. 

Joan Mir – Motori.News

Il team Suzuki Ecstar corre la sua ultima stagione nel campionato MotoGP, ma fino all’ultima gara continuerà a rincorrere il suo secondo titolo iridato dell’era contemporanea. L’uscita dal Mondiale è stata dettata da motivazioni economiche dovute alla crisi finanziaria internazionale e da cambi di strategie aziendali dettati dall’alto. Ma all’interno del paddock la squadra diretta da Shinichi Sahara e Livio Suppo continua a fare scuola sotto molti aspetti.

A svelarci qualche retroscena tecnologico è l’ingegnere elettronico Claudio Rainato. Il team di Hamamatsu utilizza un sistema radio di comunicazione ereditato dal settore militare. Sulle colonne di Speedweek.com spiega come funziona: “Questo sistema ha una portata molto ampia ed è una tecnologia di tipo militare. È un sistema radio che non necessita di WiFi o radiofrequenza. Possiamo comunicare molto bene anche a distanza di molti chilometri“.

MotoGP: tecnologia ai massimi livelli

Alex Rins – Motori.News

Un sistema di comunicazione fra i vari membri del team che consente di scambiare informazioni in maniera molto veloce, utile soprattutto per avvertire della caduta di un pilota nelle qualifiche o dei cambiamenti improvvisi di meteo. “Un membro del team può comunicarci notizie con un vantaggio di secondi importanti o addirittura di minuti. In maniera istantanea sappiamo se c’è stata una caduta o un problema tecnico o se inizia a piovere. Altrimenti dovremmo attendere che la pioggia arrivi in pit-lane o di vederla in tv“.

La comunicazione che si intesse all’interno del team può essere verificata anche nella sede principale in Giappone. Il tutto organizzato in maniera sapiente e coordinata, con un canale dedicato ad ogni settore del box. “Ad esempio c’è un canale principale in cui sono collegati i meccanici, il capotecnico e il tecnico elettronico. Sono le persone che più si ascoltano e si parlano costantemente“, ha proseguito Claudio Rainato. “Ovviamente il lato di Joan (Mir, ndr) non può sentire quello di Alex (Rins, ndr) e viceversa. I team manager e i project leader possono ascoltare qualsiasi cosa. Lo stesso vale per le persone che lavorano con i dati in background“.

Ma anche la tecnologia di tipo militare può avere degli imprevisti o essere soggetta all’errore umano. Il capotecnico di Joan Mir, Frankie Carchedi, spiega come sia necessario premere un pulsante prima di parlare: “A volte lascio il microfono appeso o abbassato o dimentico di premere il pulsante per attivare il microfono. E il mio equipaggio non capisce niente. L’altra cosa che può andare storta è di non sentire nulla se chiedo informazioni mentre le moto sfrecciano sul rettilineo“.

Luigi Ciamburro