Pecco Bagnaia riammette gli errori personali e ribatte ad alcune osservazioni dei media alla vigilia del GP di Jerez.
Il campione in carica Pecco Bagnaia proverà a cambiare approccio di gara dopo le ultime due cadute in Argentina e negli Stati Uniti.
Due cadute nelle ultime due gare, secondo posto in classifica e un titolo mondiale da difendere. Pecco Bagnaia arriva a Jerez de la Frontera con un buon carico di pressione, perché dopo la doppia vittoria nella gara di esordio a Portimao, ha racimolato un 6° posto e una caduta a Termas de Rio Hondo, una vittoria nella Sprint Race texana e ancora uno scivolone. Almeno 45 punti andati in fumo, c’è tutto il tempo per recuperare, ma sarà vietato commettere errori.
Al termine del GP di Austin aveva puntato il dito contro la sua moto, prima di fare dietrofront e ammettere che era meglio non rilasciare dichiarazioni a caldo. Tutto chiarito all’interno del box Ducati, ma ora serve subito un buon risultato per risollevare l’umore e rimettersi in corsa per il titolo MotoGP. Il chiarimento richiesto con i tecnici c’è stato, i dati della telemetria sono inconfutabili. “Il potenziale della nostra moto deve restare uguale e devo capire meglio la situazione“.
Anche la stagione 2022 era iniziata a rilento, con una serie di cadute che lo hanno costretto a rimontare 91 punti nella seconda parte del Mondiale. Pecco Bagnaia non vuole però ripetere lo stesso errore, né rispolverare i vecchi demoni. Stavolta la situazione è diversa, la Desmosedici GP23 ha tutto sotto controllo e nella preseason invernale si sono compiuti piccoli passi avanti senza stravolgere l’ottima base dell’anno scorso. “La moto è molto più competitiva, mentre lo scorso anno non era così. Le mie sensazioni sono migliorate: devo capirla meglio in certe situazioni“.
Gli errori non hanno compromesso la sua autostima e quando gli vengono ricordate le recenti cadute negli ultimi due Gran Premi, mentre era nelle posizioni di vertice, risponde: “E quante gare ho vinto che ho condotto? Non credo che ci sia una risposta giusta a questa domanda. La mia vittoria “normale” è in testa, spingendo e controllando la distanza. Questo è il mio modo per vincere“.
Con il senno di poi forse avrebbe dovuto cambiare strategia in Texas, quando Alex Rins gli era alle calcagna. “Forse devo iniziare a lavorare su un nuovo approccio. Sarebbe stato meglio farlo passare Alex e vedere cosa sarebbe successo. Ma vinco così dai tempi della Moto2 e non ho mai avuto problemi di mancanza di concentrazione o di prestazione. Quindi non credo di cadere perché sono in testa“.