Le case italiane ormai corrono in MotoGP, le giapponesi faticano. Davide Brivio bacchetta Honda e Yamaha.
Nel Mondiale MotoGP si sta registrando una netta inversione di tendenza. Da tempo immemore i colossi giapponesi erano diventati i dominatori della classe regina, ma qualcosa sta cambiando. Il trionfo Ducati del 2022 non appare solo un fuoco di paglia com’era stato nel 2007, ma sembra qualcosa di ben più serio. A questo aggiungiamo la bella crescita vista in casa Aprilia, che è arrivata a giocarsi il Mondiale fino alle ultime gare dell’anno! C’è poi KTM che ancora deve trovare la costanza, ma che ha piazzato entrambi i suoi piloti ufficiali sul podio. Rimane davvero poco per le moto giapponesi, tolto il solito Quartararo… Davide Brivio, ex team manager Suzuki, ha detto la sua opinione in proposito ed è stato piuttosto chiaro con Yamaha e Honda.
C’era un tempo in cui i marchi italiani dominavano nella classe regina del Motomondiale. Si chiamava ancora 500cc, poi la storia è radicalmente cambiata. La moderna MotoGP poi è un netto dominio Honda e Yamaha, più la parentesi Suzuki col titolo 2020 di Joan Mir. Ora però i marchi giapponesi hanno un serio motivo per tremare. “Le case europee sono più aggressive nell’approccio alle corse” ha sottolineato Davide Brivio a Slick Magazine. “Hanno stabilito un nuovo modo di correre. L’obiettivo è avere moto sempre più performanti, non lasciare nulla di intentato e continuare a migliorare.” Una corsa continua quindi al passo avanti anche tra una gara e l’altra, un modo di fare ben più frenetico rispetto a qualche anno fa. Ma che sta premiando sia Ducati che Aprilia con le loro continue innovazioni, mentre le giapponesi provano ad ‘ispirarsi‘ per recuperare…
È proprio questo il dato eclatante. Ormai in più di un’occasione si sono viste evoluzioni sulle Yamaha e le Honda che richiamavano anche troppo alcune novità delle case MotoGP italiane. Uno degli ultimi esempi è la presenza delle alette “stegosauro“, portate da Borgo Panigale e nei test MotoGP a Valencia comparse anche sulla M1 di Quartararo. Non è una coincidenza… Davide Brivio alla fine riprende le lamentele dei piloti Honda e Yamaha, Marquez e Quartararo in testa: per migliorare ci vuole troppo tempo. “Scendono in pista senza dati precisi” ha dichiarato l’ex team manager Suzuki. “Non hanno capito che questa MotoGP non è come quella di 20 anni fa. C’è sempre stato un approccio conservativo.” Infine la stoccata: “Sono finiti gli anni d’oro di Doohan, Rossi, Marquez, quando bastava la moto per vincere.”