Ducati ha perso diverse figure tecniche confluite in KTM. Molte informazioni finiranno nelle mani degli avversari.
KTM è un marchio che si è sempre affermato ai vertici nelle categorie del motorsport a due ruote in cui ha partecipato. Manca solo il titolo MotoGP per completare l’opera della Casa di Mattighofen, impresa non facile se si considera il gap tecnico ancora piuttosto consistente che esiste tra il prototipo RC16 e quelli rivali, a cominciare dalla Ducati Desmosedici GP campione in carica. Ma i vertici del marchio austriaco sono al lavoro per ridurre le distanze e attendere il momento giusto del sorpasso.
Per riuscire in questa mastodontica ambizione KTM sta rafforzando il suo reparto tecnico e la line-up piloti, prendendo alcuni “pezzi” pregiati dalla Ducati. Hanno iniziato con Fabiano Sterlacchini nel 2021, con Francesco Guidotti dall’inizio del 2022, adesso con Alberto Giribuola che entrerà ufficialmente al lavoro dal 1° gennaio. A questi si aggiungano Cristhian Pupulin, capotecnico di Jack Miller, e lo stesso pilota australiano che andrà ad affiancare Brad Binder nel box factory.
Dati segreti da Ducati a KTM
Negli ultimi anni Ducati ha perso diversi ingegneri che sono andati a rafforzare le file del marchio austriaco. Con loro potrebbero portare informazioni e segreti importanti che agevolerebbero il compito della KTM. Un prezzo che purtroppo la Casa di Borgo Panigale ha dovuto pagare. Ma il d.s. Paolo Ciabatti non sembra impensierito da questa fuga di cervelli: “Non siamo preoccupati. È qualcosa che non possiamo fermare e succede“, ha detto in una intervista ad ‘Autosport’.
Il brand emiliano non è riuscito a trattenere con sé Jack Miller, dato che l’offerta non è stata ritenuta abbastanza appetibile dall’australiano. “Volevamo offrirgli una moto ufficiale con Pramac, ma solo con un anno di contratto. Ha avuto la possibilità di essere un pilota ufficiale per due anni con la KTM, probabilmente anche con uno stipendio leggermente migliore“. Difficile frenare anche l’uscita di ingegneri, visto che Ducati ha saputo allestire un folto gruppo di persone altamente qualificate che hanno trovato migliori sbocchi professionali altrove.
Per Ducati è motivo di orgoglio, ma dovrà rimboccarsi le maniche e non abbassare la guardia. “Siamo orgogliosi di aver fatto crescere ingegneri molto qualificati e ovviamente ci dispiace molto quando decidono di lasciare la Ducati“, ha proseguito Paolo Ciabatti. “A volte chiedono un ruolo diverso nella squadra e non è possibile. Porteranno molte informazioni, ma questo è tutto“.