Da tempo il Mondiale MotoGP sta accogliendo tanti (troppi?) piloti di una sola nazione. Si scatenano le ipotesi.
Il Motomondiale è in continua evoluzione. Se guardiamo il percorso fatto dal 1949, anno della sua nascita al posto del Campionato Europeo, il rinnovamento è stato radicale in più di un’occasione. Passano gli anni e cambiano i tempi, con anche varie nazionalità che hanno iniziato a dire la loro in tutte le categorie, passando dalla defunta 50cc alla MotoGP attuale. Ma negli ultimi anni si nota in particolare una sorta di “invasione” di ragazzi di una sola nazionalità. La Spagna sta sfornando talenti a raffica, risultato di un programma che funziona, ma si rischia di esagerare… Da Dorna stanno valutando la situazione e pensando a qualche soluzione.
Obiettivo chiaro
Carmelo Ezpeleta, storico CEO dell’organizzatore del Mondiale MotoGP, ci sta pensando. Lui è spagnolo e c’è chi pensa che abbia ‘favorito’ il movimento del suo paese negli anni… La questione però non può essere così semplice. Parlando di Campionato del Mondo, più nazioni si attirano e meglio è. Questo infatti è l’obiettivo, spiegando anche la creazione di varie Talent Cup volte a far crescere piccoli talenti delle più disparate nazionalità. “Gli spagnoli iniziano presto, una volta sui grandi circuiti hanno un vantaggio rispetto agli altri” ha ammesso Ezpeleta a Motorsport.com. Come detto, la nascita di tanti campionati minori però mira ad eliminare questo dislivello. “L’Asia Talent Cup, la Rookies Cup, ecc stanno funzionando” ha rimarcato, evidenziandone quindi anche il successo. Il 2022 ci parla ad esempio di ragazzi dall’Asia in forte crescita, ma non solo loro. Anche se appunto, ci vuole tempo per annullare del tutto le differenze con il movimento spagnolo.
MotoGP con “metodo Olimpiadi”
Carmelo Ezpeleta però parla chiaro. “Vogliamo piloti di diverse nazionalità, non ci fermeremo finché non avremo raggiunto quest’obiettivo” ha rimarcato il CEO Dorna. Ma c’è anche un’altra ipotesi che stuzzica la fantasia. “Fare come alle Olimpiadi, dire che possono venire un certo numero di spagnoli. Nell’atletica ad esempio ci sono quattro americani, il quinto non partecipa anche se veloce.” È un’ipotesi fattibile in MotoGP? “Dovremmo parlarne con la FIM” è la risposta. Ma è certo una possibilità allettante, volta ad arginare con forza l’ormai strapotere dell’armata spagnola sempre più numerosa, per dare così una maggiore opportunità anche ai ragazzi di altre nazionalità. Una tattica pure di mercato, certo aiuta avere più paesi interessati alla MotoGP…