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MotoGP

MotoGP, Ducati sotto ‘processo’: tutti contro l’abbassatore anteriore

Il nuovo abbassatore Ducati al centro di un aspro dibattito nel paddock MotoGP. La GP Commission si esprimerà nelle prossime settimane.

Jack Miller – Motori.News

Nel week-end del Qatar ha tenuto banco la vicenda dell’abbassatore anteriore Ducati, “condannato” dai cinque costruttori avversari in sede MSMA. Per la concorrenza il nuovo dispositivo realizzato dagli ingegneri di Borgo Panigale è una spesa inutile ed eccessiva che rischia di mettere in discussione la sicurezza dei piloti. Non è dello stesso parere l’azienda emiliana, che invece ha investito tempo e risorse su questa innovazione piuttosto che privilegiare altre aree tecniche della Desmosedici GP22.

Per adesso nessun provvedimento ufficiale è stato emanato dagli organi competenti e le Rosse potranno continuare a sfruttare il sistema meccanico ideato da Gigi Dall’Igna e dai suoi tecnici. Ma nelle prossime settimane si pronuncerà la GP Commission formata da Dorna, FIM, Irta e MSMA. Due le eventuali decisioni: la messa al bando a fine 2022, la prima, oppure al termine della stagione MotoGP 2023, la seconda. In entrambi i casi per Ducati si rivela un duro colpo al suo reparto di ricerca e innovazione che negli ultimi anni sta facendo scuola in classe regina.

L’alleanza anti-Ducati e nuovi carburanti in MotoGP

Johann Zarco – Motori.News

L’abbassatore anteriore ha fatto il suo ingresso durante i test invernali, con l’obiettivo di ottenere una maggiore velocità in uscita di curva grazie al ribassamento dell’avantreno. Questa specifica non viole affatto il regolamento, perché viene azionato meccanicamente e non elettronicamente. Ma per gli altri costruttori si tratterebbe di un aggiornamento troppo costoso da introdurre. Inoltre non avrebbe benefici sulla produzione delle moto di serie. Ma forse dimenticando che non tutte le componenti di una MotoGP possono essere trasferite a scopi commerciali…

Fatto sta che Ducati non ha lasciato il Qatar con buone impressioni e in Indonesia bisogna ritrovare innanzitutto la fiducia, concentrandosi soprattutto sul setting della Desmosedici GP in ottica gara. Il marchio italiano ha portato tanti nuovi aggiornamenti che avrebbero richiesto più tempo in preseason. Invece Pecco Bagnaia e Jack Miller hanno dovuto dedicare tempo nelle prove libere per mettere a punto telaio, aerodinamica, motore e per l’appunto l’abbassatore. Mettendo in secondo piano la messa a punto della moto per la gara.

Ma cosa ne sarà del nuovo dispositivo Ducati? Aprilia, KTM, Honda, Yamaha e Suzuki hanno fatto quadrato contro il front ride-height device. Poche le speranze che venga lasciato libero di essere sfruttato. Dal 2019 la MotoGP ha visto una proliferazione di sistemi holeshot: prima usato solo in partenza, poi anche durante la guida, sia all’anteriore che al posteriore, fino alla più recente versione tanto discussa. Il record di velocità massima è oggi di 362,4 km/h, toccato dalla Ducati di Johann Zarco proprio in Qatar nel 2021 e pochi circuiti sono progettati per questi valori. A frenare questa corsa verso l’alto potrebbe contribuire l’uso di benzina sintetica che verrà progressivamente introdotta entro il 2027. Ma a questo punto i tempi potrebbero essere ridotti.

Luigi Ciamburro