Ducati rivede i suoi progetti alla vigilia della nuova stagione MotoGP. Bagnaia e Miller prendono una scelta drastica sul motore della Desmosedici GP22.
Il giovedì del Qatar è stato il giorno delle omologazioni dei motori. Cinque costruttori, ad eccezione di Aprilia, hanno sigillato i propulsori per la stagione MotoGP 2022, ad eccezione di Aprilia che potrà proseguire con l’evoluzione a 360 gradi. C’è una novità importante in casa Ducati, quasi inattesa dopo i test invernali. Pecco Bagnaia ha deciso di adottare il motore 2021 opportunamente modificato per essere installato nel telaio 2022 della Desmosedici GP. Più precisamente, la specifica provata nel test di Jerez dello scorso novembre, quindi un aggiornamento del V4 2021 in veste 2022.
Una scelta che riguarderà anche Jack Miller, suo compagno di squadra, come richiede il regolamento. Evidentemente le sensazioni nella pre-season non sono state soddisfacenti per il pilota piemontese vicecampione del mondo, ora considerato pilota di punta del team factory con cui ha rinnovato fino al 2024. Decisione condivisa anche dal collega australiano. Troppi i dubbi in merito, quindi Bagnaia e Miller proseguiranno con il V4 dello scorso anno migliorato con piccoli aggiornamenti.
Vietato sbagliare a Borgo Panigale, per puntare al titolo mondiale bisogna fare punteggio da subito per non ritrovarsi a dover rincorrere il leader di turno. Troppi dubbi a Sepang e Mandalika, l’erogazione non ha pienamente soddisfatto i piloti ufficiali e in termini di velocità massima la differenza era quasi impercettibile. La modifica non influirà, invece, sulle scelte di Luca Marini, del team Mooney VR46, e di Johann Zarco e Jorge Martin, del team Ducati Pramac Racing, i tre piloti che hanno l’ultima versione della Desmosedici, che adotteranno l’ultima versione del propulsore desmodromico. Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi, invece, montano il motore 2021.
Il week-end di MotoGP a Doha è servito anche a fare chiarezza sul nuovo abbassatore anteriore in movimento testato da Ducati durante l’inverno. Il dispositivo meccanico non infrange il regolamento, in quanto azionato meccanicamente, ma i costruttori hanno alzato le barricate puntando sul contenimento dei costi e sull’assenza di utilità per le moto di serie. Una tesi che non regge, in quanto la squadra emiliana ha investito su questa area tecnica piuttosto che su altre. Inoltre non tutte le componenti MotoGP vengono ereditare dalla produzione di serie.
Ma l’associazione dei costruttori (MSMA) ha stabilito che il ‘ride height device‘ verrà bandito dal prossimo anno o al massimo dall’inizio della stagione 2024, come si augura Ducati. Negli anni scorsi le innovazioni del marchio italiano hanno fatto molto discutere: qualche anno fa nel mirino della concorrenza era finito lo spoiler al posteriore, ma i responsabili tecnici della Dorna hanno confermato la regolarità del “cucchiaio”, spingendo la concorrenza a copiare l’appendice in carbonio.