Bilancio di metà stagione in casa Ducati: l’.a.d. Claudio Domenicali contrario alla decisione di vietare l’abbassatore e spiega perché.
Meno di un mese dalla ripresa del campionato MotoGP, a cominciare dal 7 agosto a Silverstone Ducati riproverà a mettersi in scia a Fabio Quartararo in classifica. Pecco Bagnaia deve colmare un gap di 66 punti dal leader della Yamaha: con nove gare alla fine della stagione 2022 è aritmeticamente possibile, ma sportivamente difficile. Servono colpi di scena o ristabilizzazione di equilibri post vacanze, l’obiettivo iridato non è certo facile.
Inoltre i vertici Ducati devono prendere una decisione importante entro la fine di agosto: scegliere chi affiancherà Pecco Bagnaia dopo la partenza di Jack Miller. Uno tra Enea Bastianini e Jorge Martin, con il madrileno che sembra avere qualche chance in più nonostante le tre vittorie del ‘Bestia’. In ogni caso l’a.d. Claudio Domenicali sdrammatizza: “Non cambia nulla. Mi spiego: Bastianini e Martin avranno entrambi una Desmosedici ufficiale, con tutto il materiale e sviluppi in tempo reale – spiega a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Quindi è come avere tre piloti. L’unica differenza è che uno di loro avrà la livrea ufficiale Ducati e uno quella Pramac“.
Ducati e Bagnaia missione possibile
Altri gli orizzonti che ha in mente l’azienda emiliana, a cominciare dal titolo piloti. Ci credono ancora nel box della Rossa, ma bisogna fare anche tesoro degli errori commessi nella prima parte del campionato. La Desmosedici GP si sta dimostrando una moto che ben si adatta a vari piloti e stili di guida, ma manca una vera punta di diamante capace di traghettarla sul trono iridato. Pecco Bagnaia ha sicuramente talento e determinazione, ma finora “gli è mancato un pizzico di maturità in certe gare, è l’ultimo step da fare per prendersi il Mondiale. Ma ci credo, quei punti si possono recuperare“.
In realtà sin dall’inizio del 2022 i rivali hanno provato ad ostacolare l’ascesa della Ducati, vietando l’abbassatore anteriore introdotto durante i test invernali. Una decisione che Claudio Domenicali non condivide e avanza argomentazioni: “Ducati è un’azienda relativamente piccola, con un budget limitato. Ma cerchiamo sempre soluzioni innovative da trasferire sulle moto di serie. Bloccare certi sistemi per contenere i costi mi fa sorridere, visto che poi alcuni team spendono il doppio di noi solo per pagare un pilota“.
In ogni caso Ducati continuerà con il suo impegno in MotoGP. Mai hanno pensato di seguire la decisione Suzuki di lasciare il Mondiale per investire in altri settori: “Noi siamo la Ferrari delle due ruote. Ci sarà sempre un’attenzione ai costi/ricavi, e i team satellite ci aiutano a contenere le spese, ma il nostro dna è il motorsport“.