Stefan Bradl, collaudatore Honda e sostituto di Marc Marquez, prova a mettere a fuoco le problematiche presenti ai box della MotoGP.
Come spiegare i problemi nel campionato MotoGP di un colosso come la Honda? La causa è molteplice e andrebbero esaminati molti dettagli fuori e dentro la pista. Dal 2020 ad oggi Stefan Bradl ha sostituto Marc Marquez alle prese con l’infortunio al braccio destro e la diplopia, oltre ad avere svolto diverse wild card per il marchio. Conosce molto bene il prototipo dell’Ala dorata e i suoi feedback corrispondono in gran parte con quelli di Marc.
L’assenza del pluricampione di Cervera ha sicuramente causato qualche confusione tra i tecnici HRC, ma le note dolenti sono da ricercare a monte. La Casa di Tokyo è piuttosto lenta nel portare in pista le novità richieste dai piloti, inoltre c’è una certa difficoltà a comunicare con gli ingegneri giapponesi. In Aprilia e Ducati tecnici e piloti parlano perfettamente la lingua italiana e questo è un vantaggio di non poco conto.
Il problema all’avantreno sta causando troppe cadute e non è un caso che nelle prime 11 gare il marchio Honda abbia riportato ben 44 incidenti, alcuni anche dolorosi. “Finora non sappiamo esattamente come possiamo risolvere questo problema“, ha ammesso Stefan Bradl a Speedweek.com “Possiamo solo continuare a lavorare e cercare di migliorare la situazione“. I piloti HRC a volte non riescono a pareggiare neppure i tempi dello scorso anno, a dimostrazione di come siano rimasti indietro rispetto agli altri costruttori che spesso macinano nuovi record.
In Giappone hanno bisogno di profondi cambiamenti se vogliono rimettersi al passo con la concorrenza. Difficilmente basterà il solo Marc Marquez a sciogliere i nodi che vengono al pettine. “La direzione dello sviluppo è sempre determinata dal leader. Questo è sempre stato Marc nel corso degli anni. Quindi bisogna capire cosa gli serve“, ha proseguito il collaudatore della Honda. E fare combaciare diversi fattori, perché il livello di tecnologia è divenuto talmente alto che spesso i tecnici sono costretti ad ascoltare un computer più che le impressioni dei piloti. “Marc sa già di cosa ha bisogno. Ma ogni tanto è indeciso“.
Uscire da questo momento di crisi non sarà facile, secondo Stefan Bradl servirà tempo e dedizione. L’aspetto positivo è che ora gli ingegneri hanno ben focalizzato le problematiche: “Ci vorrà del tempo prima che venga trovata una soluzione. Non accadrà in un batter d’occhio. Il nostro problema non sarà risolto nei prossimi due mesi. Ci sono parti da cambiare nell’area del telaio, credo che nel corso della stagione vedremo dei cambiamenti“.