Marco Bezzecchi si è aggiudicato il titolo di best rookie MotoGP. L’allievo di Valentino Rossi parla dei contratti dei piloti.
Il team Mooney VR46 di Valentino Rossi ha concluso la sua prima stagione in MotoGP aggiudicandosi il titolo di “best rookie” con Marco Bezzecchi. Un riconoscimento non da poco per una squadra alla prima vera esperienza in classe regina e per un team satellite che si pone l’obiettivo di formare giovani leve da promuovere nel team factory. L’Academy di Tavullia si conferma fucina di giovani talenti e campioni, come dimostra anche il titolo iridato conquistato da Pecco Bagnaia.
Per il ‘Bez’ e il suo capotecnico Matteo Flamigni l’inizio di stagione ’22 non è stato per nulla facile, vuoi per mancanza di esperienza da parte del pilota proveniente dalla Moto2, vuoi per l’impossibilità di condividere in pieno i dati con il suo compagno di box. Ma dopo la prima top 10 in Argentina è arrivato il 2° posto nel Gran Premio di Assen, proprio alle spalle di Bagnaia. Un risultato incoraggiante per il team VR46 che può mettere nel suo albo personale anche la pole di Marco ottenuta al Buriram, in Thailandia.
In un’intervista per l’edizione francese di ‘Motorsport.com’, Bezzecchi parla di pressione e aspettative di un debuttante della MotoGP. “Credo di essere stato sotto la stessa pressione degli altri piloti. Purtroppo come pilota e nello sport in generale, c’è sempre molta pressione e resti solo se fai dei risultati“. La sua prima annata è andata oltre ogni aspettativa, merito anche di una Ducati Desmosedici molto competitiva e della sua capacità di tenersi a debita distanza dal mondo social e dei media. “Quando sei bravo la gente si aspetta sempre di più da te. Se invece non va bene, le persone fanno commenti senza conoscere i fatti”.
Altri suoi colleghi e rookie non sono stati fortunati come lui, si pensi a Darryn Binder che dovrà ritornare in Moto2, e Remy Gardner, che passa nel Mondiale SBK. Marco Bezzecchi spezza una lancia a loro favore: “Secondo me un pilota necessita di almeno due anni, sempre. Non importa chi sia il pilota e in quale classe, c’è sempre un processo di adattamento. Penso che i piloti meritino almeno un contratto di due anni“.
L’allievo della VR46 Academy ha beneficiato subito di un contratto biennale, che gli ha permesso di esordire con una relativa tranquillità. Ma sa bene che già nel 2023, con una Ducati GP22 a disposizione, dovrà alzare l’asticella dei risultati per ritagliarsi un posto in griglia anche nel futuro: “Sarà ancora più importante con due gare in ogni fine settimana. È qualcosa su cui lavorare. Dovremo cercare di fare risultato e mantenere la calma in certe situazioni“.