I motociclisti sono quelle persone che, sulla strada, rischiano più di tutti la propria vita. Un concetto importante che dovrebbe essere recepito dagli organi competenti, sempre più protagonisti di provvedimenti che non salvaguardano a dovere l’incolumità di chi possiede una moto. A tal proposito,la scomparsa di Andrea Gatti, giovanissimo centauro di Loreto, morto a Seriate, ha causato una reazione da parte di molti motociclisti.
A bergamonews.it, uno di loro, si è sfogato, con una lettera che riportiamo integralmente: “Da motocilista, mi rendo conto che oggi la nostra categoria è considerata carne da macello, non senza piacere da parte di qualcuno. Viaggiamo su strade assolutamente assassine; gli altri utenti delle strade se ne fregano totalmente di noi, dalle auto, alle bici, ai pedoni, che rendono i nostri viaggi assolutamente insicuri, per noi”.
Le strade sono state disseminate di dossi, passaggi pedonali rialzati (tutti molto più alti di quanto prescrive la legge) invisibili specialmente al buio o con il sole negli occhi, rondò in cui si annidano ostacoli come tombini, buche ghiaia, spartitraffico non segnalati, ecc. per fingere di mettere in sicurezza la circolazione. In realtà questi ostacoli fissi sono un pericolo enorme per tutti quelli che viaggiano in moto perché invisibili, mal tenuti, senza segnali stradali di avviso e fuori legge; a tutto ciò si aggiungono le voragini che ci si trova davanti improvvisamente e che costringono a bruschi cambi di direzione per evitarle o a centrarle, magari cadendo. Non che questi ostacoli non ci siano per gli altri veicoli, ma le auto si danneggiano, i motociclisti muoiono o si fanno male.
“La strada dove è morto il povero Andrea è disseminata di buche enormi, tombini e spartitraffico. Possibile che un motociclista esperto sia caduto da solo? Io non credo, magari è sbandato a causa di una buca o per evitarla. Negli ultimi tempi poi, in quasi tutti i rondò e in tantissime curve sono presenti strisce di gasolio o olio persi da camion o altro (che nessuno pulisce), che causano cadute di moto. Un mio amico la scorsa estate si è rotto una spalla cadendo in moto a Nembro, proprio su una striscia di gasolio persa da un camion. Anche questo, e basta guardare in terra sulle strade quante sono, oggi è contro la sicurezza dei motociclisti, ma il disinteresse delle amministrazioni pubbliche verso di noi è totale! Si occupano di biciclette o di dossi, per noi solo multe e critiche”.
“Gli altri utenti delle strade per i motociclisti non hanno il minimo interesse, considerandoli pari al nulla. Le auto e i camion non rispettano le precedenze o gli stop se vedono sopraggiungere una moto, non guardano negli specchi prima di sorpassare, non utilizzano gli indicatori di direzione ne per svoltare, ne per percorrere i rondò, come è obbligatorio per legge, non controllano ne puliscono la strada se la sporcano con gasolio, olio, ghiaia o terra, causando scivolate e cadute ai motociclisti, come scritto sopra”.
“I ciclisti non guardano mai cosa fanno e dove vanno; non si fermano agli stop, passano col semaforo rosso anche se col verde sta arrivano una moto (tanto ci passa…), viaggiano ovunque contromano e al contrario nei sensi unici, magari in curva, quando una moto piegata non può cambiare direzione improvvisamente, ecc. Così i pedoni che attraversano senza problemi quando arriva una moto, anche senza passaggi pedonali (tanto ci passa…).
Certo, anche tra i motociclisti c’è chi non è ligio al dovere, ma la maggior parte degli incidenti mortali riguarda noi, non gli altri.
Sarebbe ora che gli amministratori pubblici si occupassero di più della nostra sicurezza, riparando le strade e non piazzassero volutamente ostacoli mortali sulle strade, oltre a pulirle; sarebbe ora che controllassero i veicoli che spandono carburante, olio e quant’altro sulle strade, evitando gli incidenti ai motociclisti, occupandosi meno delle multe agli stessi ed agli altri. Ovvio che bisogna che le varie polizie locali lavorino per la sicurezza, invece che per la cassa… il che è difficile. A Seriate in modo particolare, visto che in pochi anni tre motociclisti sono morti “da soli”, contro uno spartitraffico invisibile il primo, un ostacolo fisso un altro ed ora questo povero ragazzo. Sperando, anche se con poca fiducia, che i vari amministratori pubblici comunali, provinciali e statali, si occupino un po’ di più anche della nostra sicurezza”
Su questo argomento, che ha come protagonisti i motociclisti sempre più vittime delle buche, è intervenuto anche il Codacons che annuncia iniziative in favore dei centauri alle prese con problemi alla schiena: “Alla base di tale situazione – spiega l’associazione – vi è il moltiplicarsi delle buche stradali e il generale stato di dissesto in cui versa l’asfalto capitolino, che determinano stimoli estremamente forti per chi abitualmente si muove in scooter o in automobile per le vie della città. Il Codacons offrirà inoltre assistenza legale nei casi in cui dolori e patologie possano essere riconducibili alle buche stradali, ai fini delle richieste risarcitorie al Comune“.