Marc Marquez riconquista la pole position tre anni dopo: sul bagnato di Motegi raggiunge un traguardo quasi insperato.
Dopo uno stop lungo un centinaio di giorni, a causa della quarta operazione chirurgica al braccio destro, Marc Marquez ha fatto ritorno al MotorLand di Aragon, weekend macchiato dalla doppia collisione alla partenza con Fabio Quartararo e Takaaki Nakagami. Il suo primo vero test fisico si era chiudo dopo appena un giro per un problema meccanico alla sua Honda RC213V, a distanza di una settimana si presenta la seconda occasione.
A Motegi segna il 6° crono sull’asciutto delle FP1, il miglior crono sul bagnato del sabato mattina e alla fine delle qualifiche, fermando il cronometro in 1’55.214, quanto basta per assicurarsi la pole position. L’ultima risaliva a tre anni fa, proprio sullo stesso circuito del Twin Ring. Un primo risveglio dopo un lungo periodo di assopimento ai box Honda, incapaci di migliorare il prototipo in assenza del campione. “Sono molto felice di essere in pole. Già al mattino mi sentivo molto forte sul bagnato. Sapevo che in caso di pioggia dovevo provarci. È solo una pole position, per di più sul bagnato, ma è molto importante considerando la situazione della Honda e quella mia in generale“.
La Honda aveva bisogno di un risultato del genere, soprattutto per il morale di tutta la squadra. “Questa boccata d’aria fresca era necessaria nei box“. Nelle FP2 ha capito che sul bagnato poteva fare la differenza, obiettivo pienamente centrato nel pomeriggio di Motegi. “Ho fatto un buon giro ma senza esagerare, abbastanza per essere in pole. A volte sul bagnato, quando esageri, vai più piano, ma domani sarà una storia diversa“. Le previsioni annunciano gara asciutta e non sarà per nulla semplice sostenere 24 giri a certi ritmi.
Sarebbe felice di lottare per la top-5, il podio non sembra essere nelle sue corde per il momento. Mai dire mai quando però si parla di un fuoriclasse del calibro di Marc Marquez: “Se avrò una minima possibilità, ci proverò, perché io sono così e il mio carattere è lo stesso da quando sono arrivato in MotoGP… Sono certo che i piloti più veloci mi sorpasseranno“.
Le condizioni del braccio sono in netto miglioramento, un po’ meno la situazione tecnica della Honda RC213V, una moto che non è per nulla cambiata dallo scorso maggio, quando ha corso l’ultima gara prima della quarta operazione al braccio. “Dopo tre mesi fermo, quando sono tornato a Misano, ho capito subito che i punti deboli erano gli stessi, ho iniziato a lamentarmi molto con la Honda“. Sull’asciutto emergono “questi punti deboli perché è un circuito molto stop-and-go e noi soffriamo nelle curve lunghe, è difficile per noi girare la moto“.