Marc Marquez va alla ricerca della via per la vittoria dopo due anni di infortuni. Per ritornare sul podio serve una Honda RCV all’altezza del campionato MotoGP.
Due anni costellati da infortuni hanno segnato l’animo di un pluricampione come Marc Marquez. L’incidente di Jerez nel 2020 che ha portato a tre interventi all’omero destro, l’infortunio in allenamento agli inizi di novembre che ha causato la diplopia, un secondo caso di disturbo visivo dopo la caduta in Indonesia. Un biennio difficile per il pilota della Honda da cui tenta di risollevarsi, nonostante l’assalto al podio non sia più accessibile come una volta.
Marc Marquez ha ricevuto il Premio “Maria de Villota” nella categoria Sport Feat per la sua carriera sportiva. Una buona occasione per fare un riassunto della sua situazione dopo sei gare del Mondiale, in cui il suo miglior risultato è il 4° posto nel GP di Jerez. Dopo un’epoca d’oro dal 2013 al 2019, con sei titoli MotoGP in cassaforte, per il fenomeno di Cervera è iniziato un periodo tutto in salita da cui dovrà uscirne innanzitutto modificando una Honda RC213V che non sente più sua.
Tanti si aspettano un ritorno di Marc Marquez ai livelli di un tempo, quel fuoriclasse capace di fare la differenza, trovare il limite, macinare podi e vittorie. “Ho dovuto vivere le due facce dello sport, quella dei successi e quella degli infortuni“, racconta ad ‘AS’. Quando vinceva c’era pressione per continuare a vederlo dominare, ora si ritrova a vivere la pressione inversa, di coloro che vorrebbero vederlo tornare a vincere.
“Ma bisogna essere realisti”, ammette il pilota della Honda. Il prototipo ha qualche peccato di gioventù che deve essere migliorato. E ci sono giovani piloti come Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia che hanno ardore di mettersi davanti, conquistare titoli iridati. Una sensazione che Marc Marquez conosce bene. “Quando sono arrivato nel 2013 ho avuto il privilegio di apprendere da piloti come Rossi, Lorenzo o Pedrosa, mentre oggi è il contrario. Vedo come i giovani crescono e fanno cose nuove. Anche i veterani imparano da loro“.
Cambiano i tempi e gli stili di guida, il tempo è crudele anche per leggende come Marc. Bisogna rimodernarsi, sia in termini di stile di guida che dal punto di vista tecnico. Pilota e fabbrica devono recitare la loro parte. “Il tempo e la mia mente diranno se sarò capace di allungare la mia carriera quanto Rossi“. La MotoGP è un campionato dove molto conta il pilota, ma anche la moto recita la sua parte. In questo momento HRC sa di dover correre ai ripari dopo alcune modifiche rivelatesi errate dopo i test invernali. “La differenza principale la fa ancora il pilota, ma è chiaro che, se la moto non aiuta, si può lottare per una gara, ma non per un Mondiale“.