Il rientro in pista non risolverà i problemi di Marc Marquez e della Honda: bisognerà adattarsi ad una nuova condizione fisica e cambiare stile di guida.
Serviranno almeno altri tre mesi prima di rivedere Marc Marquez sulle piste della MotoGP. Da qualche giorno ha preso ad allenarsi in palestra, esercitando il braccio sinistro e gli arti inferiori. Il braccio destro, ad un mese circa dal quarto intervento chirurgico, resta legato al collo, probabilmente fino a metà luglio, quando una radiografia decreterà le reali condizioni dell’omero. In ogni caso il ritorno in sella alla RC213V non sarà semplice per vari motivi.
Innanzitutto dovrà continuare a fare i conti con il rischio della diplopia, che può risvegliarsi in seguito ad una caduta. In più dovrà fare i conti con un braccio destro che non sarà mai quello di prima, di conseguenza dovrà adottare uno stile di guida diverso, dove le gambe avranno un ruolo maggiore. “Dovrò utilizzare di più le gambe per controllare la moto“. Pensieri che non possono affollare la mente del pluricampione MotoGP: “Se sono ancora qui è perché accetto ogni rischio“, ha detto a GP Racing.
Una nuova pagina per Marc Marquez
Del resto Marc Marquez è sempre stato un amante del rischio, molte delle sue cadute senza conseguenze avevano un ruolo strategico, per capire fin dove poteva spingersi con la moto in una determinata curva. “E’ così che ho vinto otto titoli mondiali“. L’obiettivo è ritornare a divertirsi, a vincere, inseguire un altro titolo iridato. “Il giorno in cui non accetterò più il rischio, metterò fine alla mia carriera. A volte mi chiedo se vale la pena continuare… Sì, vale la pena passare quello che sto passando“.
A volte gli è balzata per la testa l’idea di mettere fine alla carriera. Ha fama, soldi, è una delle leggende di questo sport. Non gli basta, vuole lottare fino all’ultimo, essere ricordato come il fuoriclasse che non ha mai mollato. “Spero di lasciare l’immagine di un campione che ha dato tutto per il suo sport. Dalla mia prima gara fino alla fine. Nessuno può dirmi che non ho dato il massimo. Lotterò fino alla fine, anche per un 6° posto, come ho fatto in Portogallo contro mio fratello“.
Non abbassa la guardia sulla motivazione, adesso sotto nuove sembianze. Fino al 2019 era quella di vincere, adesso trovare il modo per ritornare ad essere veloce, lavorare con la sua squadra per riavere un prototipo capace di assecondare le sue richieste, di migliorare il feeling con l’anteriore. “Lavoro con il mio team per trovare soluzioni ai miei problemi sulla moto… La motivazione è quella di trovare soluzioni per lottare ancora per il podio e la vittoria, per cercare di ottenere un altro titolo. Perché sento, nel mio cuore, che questo obiettivo è realizzabile“.