Sarà successo almeno una volta nella vita di doversi mettere la guida dell’auto di un’altra persona o di prestare il mezzo a qualcuno, che sia un familiare o un amico e di porsi delle domande ben precise.
Questa è un’abitudine diffusa in tutto il mondo. Non c’è nulla di male nel farlo, anzi è un gesto apprezzabile. Bisogna però ricordarsi che ci sono degli accorgimenti che consentono di prestare l’auto, o di chiederla in prestito, evitando allo stesso tempo situazioni poco piacevoli e poco carine.
Ognuno di noi può scegliere di prestare o meno la propria auto, questa è una decisione personale che ad ogni modo va compiuta con consapevolezza, attenzione e scrupolo.
Quando si presta la macchina, chi è alla guida è responsabile tanto quanto il proprietario, per cui attenzione anche a chi prende il veicolo in prestito, è bene che sia una persona attenta alle regole e scrupolosa.
Facciamo chiarezza sull’argomento, coda dice il Codice della strada del prestito delle auto a terzi
Sull’argomento circolano da sempre fake news, infatti spesso alle domande, non si trova risposta perché non si sa proprio a cosa credere e quando farlo. Non è assolutamente vero che il codice della strada vieta di prestare i veicoli a terzi.
L’auto si può prestare a chiunque si voglia, assicurazione permettendo, rispettando sempre le norme. L’articolo 94 comma 4-bis del Codice della Strada tratta proprio questo discorso.
La legge non stabilisce che non si può guidare il veicolo intestato ad un’altra persona, vieta soltanto l’uso continuativo del mezzo a motore, senza legami di parentela.
Cosa succede se non si è in regola e in quali casi bisogna comunicare i dati alla Motorizzazione
Ciò significa che nel caso delle auto aziendali, se un dipendente usa l’auto aziendale per spostarsi tutti i giorni, per un periodo superiore a 30 giorni, il proprietario del mezzo deve richiedere la modifica delle intestazioni dei documenti di circolazione.
Per farlo deve comunicare i dati alla motorizzazione civile che annoterà le modifiche direttamente sulla carta di circolazione. Nel caso in cui il proprietario dovesse decidere di non farlo, scattano multe da un minimo di 728 euro a un massimo di 3.636 euro con ritiro della carta di circolazione.
Questo discorso non è valido per i figli che per esempio possono guidare l’auto dei genitori, senza alcun pericolo e senza limiti di tempo. La stessa cosa vale ovviamente per il marito che può prestare la sua auto alla moglie quando vuole per quanto tempo vuole senza rischiare contravvenzioni.