In Italia, da qualche anno a questa parte, per gli automobilisti vige l’obbligo di tenere le luci accese dei rispettivi veicoli. Su questo punto, l’articolo 152 del Codice della Strada è chiaro: “I veicoli a motore durante la marcia fuori dei centri abitati ed i ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli, quali definiti rispettivamente dall’articolo 1, paragrafo 2, lettere a), b) e c), e paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2002/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 marzo 2002, anche durante la marcia nei centri abitati, hanno l’obbligo di usare le luci di posizione, i proiettori anabbaglianti e, se prescritte, le luci della targa e le luci d’ingombro. Fuori dei casi indicati dall’articolo 153, comma 1, in luogo dei dispositivi di cui al periodo precedente possono essere utilizzate, se il veicolo ne è dotato, le luci di marcia diurna. Fanno eccezione all’obbligo di uso dei predetti dispositivi i veicoli di interesse storico e collezionistico.”.
Dunque, l’articolo menzionato poc’anzi, impone, senza mezzi termini, l’utilizzo diurno delle luci della targa, di posizione, dei proiettori anabbaglianti. Nel centro cittadino, invece, i possessori di veicoli possono non accedere le luci fino a mezz’ora prima del tramonto.
Discorso diverso, invece, per chi possiede una moto. Infatti, il centauro in questione deve obbligatoriamente tenere le luci accese di giorno, anche se si tratta di centro abitato. Chi infrange questo provvedimento è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 168. Dunque, fate attenzione.