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Formula 1

Le proteste dei piloti contro le nuove regole FIA sui gioielli

La Formula 1 ha annunciato in questo GP di Miami che anche gli orologi rientrano nei gioielli che non possono essere indossati pena multa da 250mila euro.

Sebastian Vettel e Lewis Hamilton in protesta contro l’ultima norma FIA

Durante la conferenza stampa del GP Miami, avvenuta poche ore prima dall’inizio delle prove libere, si è discusso sulla sicurezza dei piloti e sugli oggetti che non possono essere usati durante il weekend di gara.

La FIA, infatti, ha diramato una direttiva che vieta l’uso di orologi, orecchini e piercing mentre si è alla guida, oltre a ribadire l’obbligo dell’uso della biancheria ignifuga al fine di prevenire infortuni in caso di grave incidente o incendio.

Nella direttiva del direttore di gara Niels Wittich si precisa un’esenzione per Lewis Hamilton. Alcuni gioielli indossati dal sette volte campione del mondo sono difficili da rimuovere e, per due gare, potrà non rispettare la direttiva. Nell’arco di un mese, cioè in occasione del GP di Monaco, dovrà anche lui presentarsi senza indossare i gioielli prescritti come vietati.

Dal parco orologi di Hamilton alla burla di Vettel: la reazione dei piloti

In via della sicurezza, la FIA ha anche emesso anche le multe in caso di infrazione: si passa da 52mila dollari la prima volta, mentre le recidive si accumulerebbero fino a 265mila dollari per arrivare ai punti di penalità sulla superlicenza del pilota.

In segno di protesta, Lewis Hamilton si è presentato in conferenza stampa con tre orologi, otto anelli, quattro collane e due orecchini a piena vista. Un’orologeria portata dal sette volte campione del mondo che aveva minacciato la non partecipazione senza l’esenzione, poi concessa, da parte della FIA dopo un incontro privato con il presidente Mohammed Bin Sulayem.

Sebastian Vettel, invece, ha preferito esorcizzare la questione, girando in paddock indossando un paio di mutande sopra la tuta di gara. A differenza del suo collega, però, è favorevole alla norma ma ha fatto questa “sfilata” perché ha reputato “divertente il fatto che la questione avesse generato così tante polemiche“.


 Kevin Magnussen, nonostante comprenda i motivi di sicurezza, non è d’accordo sull’ approccio così estremo della Federazione che gli ha chiesto anche di rimuovere un oggetto così simbolico come la fede nunziale:

Capisco quello che stanno facendo, ma è una fede nunziale. Al massimo mi brucerei un dito e, se dovesse succedere qualcosa di brutto, preferirei farlo con la mia fede al dito. E’ ingiusto avere delle multe anche su oggetti così preziosi come la fede“.

Francesco Romeo

Napoletano, classe 2002. Studente di Scienze della Comunicazione e nel tempo libero parlo di sport, soprattutto di calcio e motori. Mi trovate anche su Sottoporta-Il calcio Internazionale.