Una tesi di laurea su Vettel o un esame in cui si discute di una vittoria Ferrari? Non è più un’utopia da quando attraverso un accordo tra quattro università emiliane (Bologna, Parma, Ferrara e Modena-Reggio) e 8 grandi aziende automobilistiche italiane (Ferrari, Ducati, Lamborghini, Dallara, Haas, Toro Rosso, Maserati e Magneti Marelli), sono state aperte per 150 ingegneri le porte per iscriversi all’Università dei Motori.
Due corsi di laurea magistrale in inglese, con docenti internazionali, a cui potranno accedere studenti italiani e stranieri in possesso di una laurea triennale.L’obiettivo è quello di formare ingegneri di eccellenza per il futuro, all’insegna dell’innovazione tecnologica e del minor impatto ambientale possibile.
Tra i promotori dell’iniziativa, l’Amministratore Delegato della Ducati Claudio Domenicali, che ricorda i suoi inizi: “Qui ci sono le radici e qui devono venire a studiare i motori. L’assordante distanza tra aziende e università era un peccato mortale, i nostri laureati sono straordinariamente competenti, nulla hanno da invidiare a quelli tedeschi: questa è la terra dei motori “.
Felice di questo accordo anche Andrea Pontremoli, ceo di Dallara e responsabile della scuderia Haas di F1: “La competizione non deve essere più tra imprese ma tra sistemi territoriali e noi insieme possiamo superare la concorrenza del distretto inglese”.