Si chiama Lancia Delta Futurista. L’ha sognata e realizzata Eugenio Amos, fondatore del marchio Automobili Amos. Riedizione di una leggenda, realizzando una versione che ha unito la modernità alle iconiche forme dalla Integrale di Chivasso. Rimane comunque lo spirito del Deltone che ha indicato la strada al team di progettisti e di artigiani che hanno creato questo gioiellino per la maggior parte nel territorio italiano. Fibra di carbonio, pannelli d’alluminio battuti a mano,sedili in Alcantara d’ispirazione racing e dettagli che abbelliscono i soli 20 esemplari che saranno venduti ai clienti al “modico” prezzo di circa 300 mila euro: un ulteriore modello rimarrà nel garage di Eugenio Amos ma nessuno avrà il privilegio di avere l’esemplare alfa. Tutte le Lancia Delta Futurista, infatti, non saranno numerate come avviene di solito con le edizioni limitate, ma verranno battezzate con un nome.
“Oggi tutti ci chiedono i numeri. Quanto pesa? 1250 kg. Buona. Quanto potenza? Circa 330. Fantastico. Quanto costa? Circa 300.000. Costoso. La domanda che devo ancora ascoltare è “Perché, Eugenio?”. Nessuno ha chiesto una spiegazione finora. E davvero non capisco! Alla fine i numeri non significano davvero nulla in questo contesto. Perché sto parlando di passione, nostalgia ed euforia e questi sentimenti non sono misurati in numeri. Quindi, perché? Bene, questa macchina significa molto per me. Rappresenta la mia visione romantica in un mondo troppo asettico, troppo veloce, che scorre come il vento, superficiale e intangibile. Questa macchina significa che ho avuto abbastanza del mondo dell’auto, sia come cliente prima che come produttore.”
“Desidero ardentemente un tempo passato, idealizzato, in cui uomini, valori e sostanza erano al centro del prodotto. Quindi questa macchina è pura, analogica, grezza ed essenziale. Ci sono voluti un sacco di lavoro da alcune persone di grande talento, ma siamo riusciti a tagliare tutto il grasso e lasciare solo ciò che conta davvero per me.
Ho scelto il Delta perché è l’auto che mi ha fatto innamorare di automobili in primo luogo. Avevo 7 anni. Mio padre aveva una bella Giallo Ginestra. Non so perché, ma mi ha fatto sentire speciale. Quei ricordi sono fatti di odori, di quel tocco morbido alcantara, di rumori confusi. Questo è quello che cerco sempre in una macchina. Questo è ciò che posso offrire. Posso solo offrire ciò che mi piace, anche se è fine a se stesso, apparentemente inutile.”
Eugenio Amos
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