Il rischio non è solo economico. Oltre alla multa, chi usa i lampeggianti blu su uso improprio di segnali di emergenza può essere interpretato come un tentativo di usurpazione di funzioni pubbliche
Lampeggianti blu: la verità dietro il loro utilizzo
Immagina di guidare tranquillamente su una strada poco trafficata, quando, improvvisamente, il bagliore di lampeggianti blu appare nel tuo specchietto retrovisore. Cosa ti viene in mente? Polizia, ambulanza, o forse i vigili del fuoco? Sono tutti servizi di emergenza e autorità che abbiamo imparato a rispettare e riconoscere proprio grazie a quel particolare segnale visivo. Ma cosa succede se quei lampeggianti blu non appartengono a nessuno di questi? Se qualcuno li usa senza diritto, le conseguenze possono essere molto serie.
Non è solo una questione di legge, ma di fiducia. I lampeggianti blu sono da sempre associati all’idea di sicurezza e soccorso immediato. La loro vista impone rispetto e induce a cedere il passo, sapendo che c’è un’emergenza in corso. Ma quando vengono utilizzati in maniera impropria o da chi non ne ha l’autorizzazione, il loro potere simbolico si corrompe, creando confusione e, in molti casi, mettendo a rischio la sicurezza stradale.
Chi potrebbe pensare di farne uso senza permesso? La tentazione di sentirsi “più importanti”, di avere una sorta di potere sulle strade, può spingere alcune persone a montare lampeggianti blu sui propri veicoli. Che sia per gioco, per arroganza o per una malintesa idea di praticità, queste azioni rappresentano un vero e proprio abuso. E le autorità non chiudono un occhio su questa violazione.
Il Codice della Strada parla chiaro: l’utilizzo di lampeggianti blu è riservato esclusivamente a veicoli delle forze dell’ordine , dei vigili del fuoco e delle ambulanze . Non ci sono eccezioni, né scuse accettabili. Chiunque venga sorpreso a utilizzare questi dispositivi su un veicolo non autorizzato è passibile di una multa che può variare dai 168 e 168 euro fino a 6666 euro .