Il nuovo rapporto di Legambiente ci svela qual è il posto più inquinato in Italia: la lotta al cambiamento climatico è sempre molto complessa.
L’ambiente è una risorsa preziosa e irripetibile, che va tutelata e preservata per le generazioni future. Il progresso tecnologico e lo sviluppo economico hanno portato numerosi vantaggi alla nostra società, ma allo stesso tempo hanno causato danni al nostro pianeta, rendendo l’aria e l’acqua sempre più inquinati.
Il cambiamento climatico e l’inquinamento sono tra le principali sfide che dobbiamo affrontare come società, e ciò richiede un’azione concreta e immediata per mitigare i danni e proteggere l’ambiente..
In Italia, ci sono diverse zone dove l’inquinamento è particolarmente alto e ha conseguenze negative sulla salute della popolazione e sulla qualità della vita. Tra queste, il posto più inquinato d’Italia, almeno secondo il rapporto di Legambiente Mal D’Aria 2023, è la città di Torino, seguita da Milano, Asti, Padova e Venezia.
Il posto più inquinato in Italia: in cima alla classifica ci sono Torino e Milano
I risultati della ricerca in verità non sorprendono: Torino e Milano sono due tra i poli industriali e grandi importanti in Italia e sono le città che hanno più volte sforato i limiti giornalieri di PM10 nel corso del 2022.
Torino, in particolare, ha sfiorato addirittura i 100 giorni, mentre Milano si è “fermata” ad 84. Più indietro Asti con 79, Modena con 75 e infine Padova e Venezia con 70.
Nel complesso, però, sono state ben 29 su 95 le città italiane che hanno presentato valori di PM10 superiori ai limiti consentiti: il quadro si aggrava se si pensa che soltanto 23 su 95 città non hanno superato la nuova soglia imposta dalla Direttiva Europea sulla Qualità dell’Aria che entrerà in vigore dal gennaio 2030.
Le città che devono ridurre l’inquinamento
Il rapporto redatto e pubblicato nell’ambito della campagna di sensibilizzazione per città più pulite e salutari ci spiega anche che sono ancora diversi i centri abitati di grandi dimensioni che devono lavorare per ridurre non solo le concentrazioni di PM10, ma anche di PM2.5 e NO2.
In particolare, per il PM10, Torino e Milano dovrebbero ridurle del 43%, Cremona del 42%, Andria del 41% e infine Alessandria del 40%.
Per il PM2.5 la maglia nera va a Monza che deve lavorare per una riduzione di addirittura il 60%: percentuale che scende al 57% per Milano, Cremona, Padova e Vicenza, al 55% per Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino, al 52% per Como e al 50% per Brescia, Asti e Mantova.
Infine, chiudiamo con l‘NO2: qui in testa ci sono Milano e Torino rispettivamente con il 47 e 46 percento, seguite da Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%) e a chiudere Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%).