Continua il braccio di ferro tra il team Haas e l’ ex man sponsor russo Uralkali che richiede il risarcimento delle somme versate vista l’anticipata conclusione del contratto.
Dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, il team Haas ha stravolto la sua organizzazione a poche settimane dall’inizio della stagione. Sono stati rescissi anzitempo, i contratti del pilota Nikita Mazepin e del suo sponsor Uralkali. L’azienda di potassio, infatti, è detenuta dal padre di Nikita il quale è strettamente legato al presidente russo Vladimir Putin.
Urlakali, poco prima dell’inizio del campionato, aveva già versato buona parte della cifra pattuita per la sponsorizzazione annuale e, visto il contratto anticipato, ne richiede il rimborso. Tredici milioni di dollari la somma che adesso ha portato entrambe le parti in tribunale.
Il team di Kannapolis, infatti, ha rifiutato la richiesta dell’azienda; anzi, ha preteso anche un risarcimento di 8,6 milioni di dollari vista la perdita di entrate per la stagione 2022. Visto il mancato accordo, Uralkali ha deciso di ricorrere a vie legali:
“Visto che buona parte della sponsorizzazione per la stagione corrente è stata trasferita ad Haas, che ha concluso anzitempo il contratto, essa è venuta meno agli accordi e viene richiesto il rimborso immediato delle quote”.
Haas ha prontamente risposto respingendo le pretese dell’ex main sponsor. Il team ha insistito sulla sulla legittimità del contratto vista la presenza di una clausola in cui era specificato come lo sponsor non avrebbe mai dovuto “ferire, mettere in discussione, ridicolizzare o diminuire la reputazione pubblica e la buona immagine della Haas”, entrata in atto dopo le sanzioni dell’UE.
Nella lettera di risposta, infatti, la squadra di Guenther Steiner ha spiegato il motivo per cui non dovrebbe rimborsare la cifra, anzi dovrebbe avere l’intera cifra annuale della sponsorizzazione:
“La parte che termina la violazione del nostro accordo non ha l’obbligo di restituire la cifra di 12 milioni di dollari versati da Urlakali la cui richiesta è respinta. Si avanza, invece, la richiesta di risarcimento di 8,6 milioni di dollari per mancati profitti”.
Una situazione a cui non è corrisposta alcuna risposta dal fronte Mazepin. Con ogni probabilità la situazione proseguirà in un’aula di tribunale, salvo cambiamenti della scuderia americana che alla fine deciderà di restituire la somma.