Un uomo per molti anni ha sfidato la Polizia Locale e l’autovelox trovando un modo per non farsi beccare e non pagare multe salatissime. Ecco come ha fatto.
“Andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia” cantava Gianni Morandi in uno dei suoi brani più famosi del suo repertorio, ma questo non sempre è possibile anche quando andiamo di fretta.
Questo perché, le regole del codice della strada sono molto rigide e vanno rispettate per non incorrente non solo in sanzioni molto costose ma anche per la sicurezza della propria vita e quella degli altri.
Autovelox: ecco come un uomo ha eluso il macchinario per anni
Il codice stradale è molto preciso ed è stato creato proprio per evitare che accadano sinistri stradali e che vengano rispettate tutte le regole, infatti una sola infrazione di questo potrebbe portare a molti danni.
Per questo motivo, gli agenti stradali, si sono, negli anni, affidati a strumenti sempre più sofisticati che hanno il compito di notare cose che non potrebbero mai notare con l’occhio umano.
Uno di questi elementi è l’eccesso di velocità, specialmente sulle strade più lontane dal centro urbano, perciò sono stati installati dei sistemi capaci di catturare la velocità con cui un conducente sta guidando il proprio mezzo.
Questi aggeggi sono rinominati, autovelox, che insieme ai tutor stradali sono tra i componenti della strada sono quelli che fanno più paura agli automobilisti che spesso vengono beccati e multati per aver superato il limite previsto.
I primi modelli
Il termine autovelox è comunemente chiamato in Italia per indicare tutti i misuratori di velocità su strada dei veicoli, ma in tutto il resto del mondo, il termine esatto utilizzato è radar.
Infatti, autovelox non è altro che il marchio commerciale dell’azienda Sodi Scientifica di Firenze, ma ormai il termine è entrato a far parte ufficialmente del dizionario italiano per indicare questi strumenti.
Il primo modello è stato prodotto dall’azienda tedesca Telefunken e installato nel 1957 mentre in Italia il primo autovelox risale al 1972 e utilizzato dalle forze dell’ordine come strumento per controllare la velocità tramite rilevazione.
Esistono due tipi di autovelox, quello a fotocellule che sono i più diffusi e quelli laser che di solito sono quelli che sono tenuti manualmente dall’operatore che li punta sul veicolo quale vuole misurare la velocità.
Il caso in provincia di La Spezia
Superando questi limiti, si incorre in multe molto salate e si possono causare gravi incidenti tra cui anche mortali anche se ci sono alcune persone che cercando il modo di fare le scarpe agli agenti e di ingannare la legge grazie a dei metodi non proprio legali.
In questi anni abbiamo ascoltato molte storie legate all’elusione degli autovelox ma un uomo di Santo Stefano di Magra ha escogitato un metodo geniale per non farsi beccare in flagrante.
Per molti mesi, il conducente, è riuscito a sfuggire al controllo dell’autovelox, coprendo la targa del suo scooter con un casco posizionandolo in una maniera così perfetta da poter andare a tutta velocità sulla strada.
Nonostante il macchinario rilevando un eccesso di velocità faceva regolarmente le foto, come da sua programmazione, da queste non era possibile risalire alla targa del mezzo e di conseguenza al suo proprietario.
Per questo motivo, il furbetto era diventato una vera e propria ossessione per gli agenti stradali del paesino in provincia di La Spezia a tal punto che si sono mosse molte squadre per mettersi alla sua ricerca senza avere esito positivo.
La conclusione
L’uomo aveva preso questa sfida come un gioco ed ogni giorno sfidava gli eccessi di velocità superando i 100km/h. Ma questo divertimento ha avuto una data di scadenza dato che è stato beccato.
Le Forze dell’Ordine hanno individuato il conducente, un uomo di mezza età originario di Aulla che oltre ad aver avuto 5 sospensioni della patente e una decurtazione di ben 69 punti si è ritrovato a dover pagare una multa da 5.909 euro per via dei 19 verbali ottenuti.
Inoltre, il soggetto in questione aveva già in archivio alcune multe mai pagate per eccesso di velocità. Un vero e proprio divertimento per l’uomo che sembra abbia come obiettivo quello di sfidare la Polizia Locale giocando non solo con la sua vita ma mettendo a rischio quella degli altri.
Adesso l’uomo per molto tempo dovrà dire addio a questo suo gioco in quanto dovrà prima scontare i giorni di sospensione della patente e pagare la sanzione, giustamente avuta.