Il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha parlato del futuro delle auto, guardando con scetticismo ai motori elettrici.
Il futuro guarda sempre meno ai motori endotermici a combustione fossile, e alla politica sta il compito di trovare le giuste soluzioni. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, durante un suo intervento a “Forum Verso Sud”, a Sorretto, si espresso sulla materia. Il suo discorso riguarda un futuro della mobilità ai motori elettrici, che non è sostenibile nel nostro Paese. Scopriamo di più, dell’intervento del nostro Ministro.
Le considerazioni del Ministro Giorgetti
Il Ministro Giorgetti vuole subito mettere in chiaro, che lui non ha firmato gli accordi Cop26, che guardano ad un futuro della mobilità al solo elettrico. Questi accordi sono stati firmati a Glasgow in Scozia, durante il vertice ONU sul clima. Dopo questo accordo, l’Unione Europea ha deciso che non si potrà più vendere dal 2035, le auto a motore endotermico. Una soluzione che non è piaciuta a diversi Stati, tra cui proprio al nostro, ma anche tra le case automobilistiche lo scetticismo è forte. Tanto che il Parlamento Europeo ha aperto alla vendita di auto ibride e ad idrogeno, anche dopo il 2035.
La cosa che preoccupa di più il Ministro italiano è quella della dipendenza per la creazione di batterie, da uno Stato in particolare. Il rischio secondo Giorgetti è quello di una dipendenza nel giro di poco tempo, come ora accade con il Gas con la Russia. Il Ministro dello Sviluppo Economico è molto chiaro, bisogna diversificare le fonti guardando sempre alla salvezza dell’ambiente. La sua apertura è verso i biocarburanti, che le case stanno testando sempre di più, ma anche verso le auto che vanno ad idrogeno.
Le mosse del nostro Governo
Il nostro Governo sta lavorando per il passaggio verso una mobilità più sostenibile. Il lavoro che si sta facendo è di guardare a tutte le fonti, soprattutto a quelle del biocarburante. Basti pensare che il Governo per i biocarburanti ha deciso di spendere 8 miliardi fino al 2030, all’interno del piano per la transazione del settore auto. Ovviamente le auto elettriche non sono accantonate e rientrano anche loro nel piano, va precisato che invece per l’idrogeno la strada è più in salita. La tecnologia ancora non permette la creazione in larga scala di veicoli ad idrogeno.
L’Italia aspetta ciò che uscirà dall’ultima votazione che sarà la decisione finale dell’Unione Europea. Sullo Stop al 2035, si è già espresso con un voto favorevole la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Adesso tocca al Parlamento votare la legge. Una volta che l’UE ha fatto la propria legge, sta agli Stati membri adattarsi, e va da sé, che la Nazione dovrà trovare una soluzione con le case automobilistiche.