Si è da poco conclusa la stagione 2017 di Formula 1 con l’ultima prova che si è disputata nel futuristico scenario dello Yas Marina Circuit ad Abu Dhabi. Il campionato costruttori è andato per il quarto anno consecutivo alla Mercedes, mentre Lewis Hamilton ha fatto poker conquistando il titolo piloti.
Un mondiale, quello di quest’anno, forse meno scontato dei precedenti, con la Ferrari rimasta in lotta per il primo gradino del podio fino alla Gran Premio d’Italia. La stagione si è poi decisa nella trasferta asiatica con le tre gare di Singapore, Malesia e Giappone. Sebastian Vettel, fino ad allora in lizza per il titolo piloti, ha subito una pesantissima rimonta da parte di Hamilton: tra Monza e Suzuka i punti totalizzati dal ferrarista sono stati 27 contro i 93 del britannico. A far la differenza per il titolo costruttori sono state soprattutto le “seconde guide”: Valteri Bottas (Mercedes) ha distanziato di 100 punti nella classifica finale Kimi Raikkonen (Ferrari), raccogliendo ben tre vittorie contro le zero del ferrarista.
Passando al mondiale degli altri qualche soddisfazione c’è stata anche per la Red Bull con Daniel Ricciardo capace di una prima parte di stagione sopra le righe, culminata con la vittoria del Gran Premio d’Azerbaigian e con Max Verstappen, criticato fino ad agosto per i troppi errori, poi capace di riscattarsi con due primi posti in Malesia e Messico. Il problema della scuderia sponsorizzata dalla famosa bevanda energetica è stato il motore Renault, affetto da tante noie tecniche e non all’altezza di Ferrari e Mercedes in termini di potenza.
Al quarto posto nel mondiale costruttori si segnala un’ottima Force India, mai a podio, ma sempre presente nella top ten grazie ai battaglieri Perez ed Ocon. Seguono poi nell’ordine Williams, Renault, Toro Rosso, Haas, McLaren-Honda e Sauber-Ferrari. Queste ultime due sono state le cenerentole della stagione: la McLaren Honda ha alternato qualche discreta prestazione a gare quasi ridicole, delle quali ricordiamo i siparietti via radio tra Fernando Alonso ed il team nei quali il pilota spagnolo affermava di guidare una vettura di categoria inferiore. La Sauber, invece, ha pagato dazio per le poche risorse economiche disponibili e per una vettura che non poteva fare di più visto il motore Ferrari della stagione 2016.
Per il 2018 si segnalano importanti novità proprio a partire dalla Sauber che, grazie al propulsore Alfa Romeo, è attesa ad un pronto riscatto. Ferrari cercherà di colmare definitivamente il gap con le Mercedes; McLaren e Red-Bull si affideranno ad una power-unit Renault che si spera avrà un’importante dose di cavalli. Tutti gli altri di certo non rimarranno alla finestra; insomma tanta carne al fuoco per il mondiale dell’anno prossimo che inoltre imporrà l’utilizzo di soli tre motori nell’arco della stagione, con una prova in più rispetto a quest’anno.