La fusione tra Fiat e Peugeot, o meglio tra i gruppi FCA e PSA, potrebbe subire un rallentamento ed un conseguente slittamento a causa del protrarsi dell’emergenza Coronavirus. Nonostante i vertici francesi abbiano confermato che la fusione stia procedendo secondo i termini prestabiliti, ora le cose sono destinate a procedere con qualche intoppo.
La chiusura delle frontiere, l’emergenza che sta costringendo anche la Francia ad un blocco delle attività, le pesanti perdite in borsa ed il netto calo delle vendite porterà senza dubbio a rallentamenti nella pianificazione della fusione FCA/PSA e del piano industriale. In Italia sappiamo già tutti quale sia la grave situazione di questi giorni.
Uno slittamento del piano industriale che scaturirà dalla fusione tra FCA e PSA porterà al lancio dei primi modelli non più tra fine 2021 ed inizio 2022, ma dopo la metà del 2022. Ad oggi ancora non ci sono i presupposti per un ritardo di un semestre nelle attività, a patto che l’emergenza Coronavirus venga arginata entro la metà del mese di aprile.
I due gruppi, come tutto il settore auto mondiale, dovranno fare i conti con bilanci in rosso nel 2020. Ritardi e stop produttivi ai quali si aggiunge un notevole calo delle vendite limiteranno anche gli investimenti. Questi saranno inoltre messi in difficoltà visto il notevole deprezzamento delle azioni in borsa. Tanto per fare un esempio, le azioni di FCA, quotate sulla sulla Borsa di New York e sulla Borsa Italiana, hanno perso quasi il 50 % del proprio valore in questi ultimi 30 giorni.
A fare le spese del possibile ritardo nello sviluppo dei piani di fusione tra FCA e PSA saranno soprattutto i marchi più deboli. Lancia, Alfa Romeo ed Abarth per FCA e DS per PSA vedranno spostarsi in avanti i proprio obiettivi di ritorno in attivo con volumi di vendite soddisfacenti. Ci auguriamo che questo momento passi in fretta per tutti.
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