Dopo un biennio di promesse e sacrifici, il primo appuntamento della nuova era per la Ferrari è stato un successo. La doppietta suggellata da Charles Leclerc e Carlos Sainz è uno schiaffo morale a tutto il circus: la Rossa è tornata e non ha intenzione di fermarsi.
Singapore,2019. La Ferrari SF-90 di Sebastian Vettel passa per prima sul tracciato di Marina Bay per conquistare la terza vittoria dell’anno. Dietro il tedesco c’è il giovane Cahrles Leclerc che, nonostante la pole, non è riuscito a star davanti al quattro volte campione del mondo. Un grande successo per la squadra di Binotto che, dopo diverse gare caratterizzate da errori, ottiene una solidissima vittoria.
Nessuno, però, osava immaginare che il successivo trionfo sarebbe arrivato solo 903 giorni dopo. Un’era geologica in cui la Scuderia ha toccato prima il fondo. Per intenderci, se nel 2019 la frustrazione per Cahrles e Sebastian era una mancata vittoria o podio; nel 2020 i due piloti hanno ricevuto quella che è definita la più grande umiliazione, specie se si guida per il team più vincente della storia della Formula 1: il doppiaggio.
Come dichiarato ieri sera ai microfoni di Sky, il team principal Mattia Binotto ha ricordato come nel momento più buio è stato importante ricompattare la squadra. Serviva recuperare quel DNA di team-famiglia che Enzo Ferrari ha inculcato ad ognuno degli uomini in rossa. Non è un caso che serviva un pilota diverso, costante, che desse competizione a Charles. Carlos Sainz è stata la scelta giusta: un ragazzo veloce, con quell’animo da torero che doveva spingere la Rossa al ritorno al vertice. Il 2021 è la dimostrazione che il Cavallino è stato quasi martoriato, ma non hai mai smesso di spingere.
Dopo due anni Mattia ha capito: per riportare trofei a Maranello, si doveva sfruttare il cambio regolamentare del 2022, dove tutti i team sarebbero partiti da tabula rasa. Nei test, la SF-75 girava continuamente e rivali e addetti ai lavori erano stupiti. Alle provocazioni, però il team principal, però, ha preferito rispondere sul campo, con un trionfo schiacciante sul suolo bahreinita, lanciando un messaggio a tutta la concorrenza.
Un successo che non poteva arrivare grazie ai suoi ragazzi dal garage. Strateghi e meccanici sono stati lungimiranti, pronti e reattivi. Non è un caso che i tentativi mancati di undercut di Verstappen sono andati sempre a vuoto.
Come già citato prima, un ottimo piano gara non può funzionare senza una grande macchina. La SF-75 è semplicemente perfetta. Macchina ben impostata, sempre bilanciata e attaccata all’asfalto. Un miracolo aereodinamico che nemmeno un mago come Adrian Newey riuscirebbe ad improntare sulle sue vetture. Senza dimenticare del motore: il Superfast ha schiacciato Mercedes che per anni si era dimostrato un supplier affidabile e ora si ritrova nelle ultime file.
A suggellare questa doppietta sono stati soprattutto i due piloti. Charles Leclerc lo si definiva come un predestinato mancato, frustrato da questo biennio e aveva bisogno di ritrovarsi. Alla prima occasione si è portato a casa il Grand Chelem, parola che negli ultimi tempi è stata associata quasi unicamente a Lewis Hamilton. Nel momento che conta, il monegasco strappa una pole unica, rifilando un decimo allo storico rivale Verstappen. Ieri, come da sempre, i due se le sono date di santa ragione: sorpassi, controsorpassi e incroci di traiettorie. Una battaglia sana vinta dal monegasco che, nel post gara, ha ricevuto i complimenti dall’olandese. Un gesto di stima, ma anche un rimando ai prossimi appuntamenti: la rivalità è tornata.
Il ritrovamento del predestinato lo si ritrova anche nei festeggiamenti: analitico, lucido, ma anche ironico. Un piccolo spavento per l’ingegnere Xavier Padros che ha sentito pronunciare dal suo pilota un problema al motore. Menomale che era uno scherzo.
Una grande vittoria anche per Carlos Sainz che si è dimostrato come sempre costante. Non troppo veloce per i primi due, ma abbastanza per difendere il terzo posto. Come sempre sornione, si costruisce il secondo posto con un’ottima manovra su Verstappen: lucido e aggressivo quanto basta. Un altro podio che può solo aumentare la sua confidenza, ma quest’anno l’obiettivo è noto: cancellare il numero 0 sulla casella delle vittorie.
Nel girono dei grandi festeggiamenti della Ferrari, un ringraziamento speciale va anche alla Formula 1. Liberty Media e Stefano Domenicali volevano un show diverso: macchine più semplici, con piccoli richiami al passato, ma che garantivano spettacolo e rimescolamenti di fronte. L’obiettivo, almeno per ora, è stato raggiunto. Bravi tutti!