Il mercato italiano nel mese di ottobre ha fatto segnare un nuovo calo. Un -7,42 % nelle vendite dovuto sicuramente alle omologazioni delle vetture ai criteri WLTP per quanto riguarda i consumi, ma di certo un dato non incoraggiante. Fa scalpore oltretutto la prova piuttosto negativa del gruppo FCA il cui calo delle vendite è stato di oltre il doppio rispetto al calo generale. FCA ha fatto segnare un pesante – 16,71 % ed ha portato la quota di mercato ben al di sotto del 24 %.
Vendite Gruppo FCA ad ottobre 2018 in Italia
All’interno del gruppo FCA pesano soprattutto le perdite di Alfa Romeo (- 42,11 %) e di Fiat (- 20,73 %). Solo Jeep riesce a tenere parzialmente a galla il gruppo grazie ad un progresso senza fine del 7,3 %. Ma sembra ci siano grosse novità all’orizzonte. I prossimi 29 e 30 novembre si svolgeranno le assemblee tra FCA ed i sindacati. Si annunciano svolte pesanti rispetto a quanto detto negli ultimi mesi e che parecchio allarmismo aveva creato negli stabilimenti produttivi italiani.
FCA sembra voler fare un parziale dietro front rispetto al programma annunciato da Marchionne il 1 giugno scorso. Queste indiscrezioni sono trapelate dalle parole di Pietro Gorlier, nuovo numero uno di FCA EMEA da luglio. Gorlier ha fatto intendere che la posizione di Fiat all’interno di FCA non deve essere di secondo piano come fatto capire da Marchionne a luglio. Inoltre anche per Alfa Romeo bisogna dare una svolta.
I sindacati sicuramente faranno la loro parte a fine novembre chiedendo ad FCA un piano solido e lungimirante che punti alla conservazione dei posti di lavoro e ad un futuro di concretezza. Basta cassa integrazione, basta stop produttivi. I sindacati vogliono che FCA torni a costruire auto in Italia in grande numero.
Questa svolta potrebbe essere inoltre favorita dal grosso capitale intascato da FCA poche settimane fa (6,2 miliardi di euro) grazie alla vendita di Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei. Vediamo ora marchio per marchio come potrebbe mutare la situazione futura per FCA.
FIAT: a quanto sembra e come ha accennato Gorlier, Fiat non sarà accantonata. Quindi rimane la linea dei due capisaldi Fiat 500 e Fiat Panda, ma alcune novità potrebbero arrivare dopo il 2020. Innanzitutto FCA ha annunciato che la Fiat Tipo rimarrà in produzione sino almeno al 2022-2023 (da precisare se con o senza restyling). Potrebbero arrivare nel tempo una sostituta della Punto o un nuovo suv.
A prendere il posto della Punto potrebbe essere la brasiliana Fiat Argo, unica vettura del segmento B attualmente prodotta da FCA. Come la Aegea si è trasformata in Tipo per i mercati occidentali, potrebbe fare la stessa cosa la Argo assumendosi l’importante eredità della Punto. Avere un altro suv oltre alla Fiat 500X potrebbe essere la seconda via per ridare vigore a Fiat.
Viste le sinergie che si stanno rafforzando con Jeep, proprio da qui si potrebbe partire. Come la Fiat 500X sarà ibrida poco dopo la Jeep Renegade, anche il nuovo piccolo suv di Jeep che dovrebbe arrivare entro il 2020 potrebbe veder nascere una sorella Fiat. Un’auto lunga circa 4 metri, con caratteristiche da crossover che permetterebbe a Fiat di ripartire in forze sia con la produzione che con le vendite.
LANCIA: se Fiat non verrà accantonata, forse un minimo spiraglio di luce c’è anche per Lancia. Le possibilità sono ridotte al lumicino, ma non si sa mai. Salvare un patrimonio dell’automobilismo nazionale e non solo porterebbe ad una netta riconciliazione tra la dirigenza FCA ed il nostalgico pubblico italiano. Se arriverà la Argo perchè non progettare la nuova Lancia Ypsilon sullo stesso pianale? Una piccola dai contenuti importanti e di lusso dopo tutto manca dal listino FCA. Non continuiamo a sperarci, anche se ribadiamo queste sono solo ipotesi.
ALFA ROMEO: la spinta data da Stelvio e Giulia si sta pian piano affievolendo. Se Alfa Romeo vuole arrivare a toccare i 400 mila esemplari per il 2022 deve cambiare passo. Per questo il 2019 potrebbe essere l’anno decisivo. Sono sette le novità promesse da Marchionne il 1 giugno scorso. Tre di questi sono restyling. Nel 2019 potrebbe toccare alla Giulietta con i nuovi motori Firefly. Poi nel 2020 sia la Giulia che la Stelvio, con nuovi interni e contenuti interessanti.
Le novità a livello di modelli potrebbero arrivare già l’anno prossimo con un primo grande suv di 4,9 metri di lunghezza chiamato Brennero o Castello. Poi in seguito ai restyling del 2020 potrebbe arrivare l’Alfa Romeo GTV, con potenze sino a 550 CV. Attese entro il 2022 anche la sportiva 8C, ibrida da oltre 700 CV ed un terzo suv di dimensioni più contenute. Si parla di un’auto di circa 440 cm, proposta anche in versione ibrida con il possibile debutto del T4 Firefly PHEV da almeno 180 CV.
Alfa Romeo potrebbe essere interessata anche ad un ampliamento del piano annunciato lo scorso giugno. Per toccare quota 400 mila nel 2022 potremmo assistere ad un debutto anticipato della nuova Giulietta o ad una maxi berlina concorrente delle tedesche Audi A6, BMW Serie 5 e Mercedes Classe E. Dopo tutto ora i soldi per gli investimenti, grazie a Magneti Marelli ci sono.
ABARTH: fin che ci sarà la Fiat 500, anche Abarth esisterà. Ancora in forse, invece, il proseguo di carriera della Abarth 124. Tutto dipenderà dai dettagli e dalla sussistenza della collaborazione tra FCA e Mazda. Non si esclude, però, che se Fiat sarà rilanciata, lo stesso possa fare Abarth con nuovo modelli.
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