Fabio Quartararo ripercorre la stagione 2022 di MotoGP. Il campione francese non manca di puntare il dito ancora una volta contro la Yamaha.
L’inverno di Fabio Quartararo procede tra allenamenti e momenti di relax, dopo una stagione snervante nel Mondiale MotoGP. Fino alla gara del Sachsenring il pilota della Yamaha sembrava il grande favorito per la riconferma iridata, poi nulla ha potuto contro la rimonta irrefrenabile di Pecco Bagnaia e della Ducati, capace di recuperare 91 punti in classifica e chiudere in vetta a +17 sul francese.
Il fuoriclasse della Yamaha si è ritrovato a combattere da solo contro otto Ducati, perché ne il suo compagno di squadra, Franco Morbidelli, né i piloti del team satellite RNF sono riusciti a essere competitivi con la YZR-M1. “Quindi non avevo riferimenti, tranne me stesso. Dovevo presumere che il limite della moto fosse quello che avevo raggiunto“, ha ammesso il 23enne a Speedweek.com. Tutto sembrava filare liscio nella prima parte di campionato, ma da Assen in poi qualcosa non ha più funzionato.
Fabio Quartararo senza scampo contro le Ducati
Messa da parte la deludente evoluzione della moto messa a segno dai vertici di Iwata durante lo scorso inverno, che rischiava di far saltare il rinnovo di contratto, Fabio Quartararo ha collezionato tre vittorie e cinque podi. Ma all’incidente in terra olandese ne sono seguiti altri, fino alla tappa rivelatoria di Misano, quando ha capito che sarebbe stato difficile tenere testa alla Desmosedici GP di Bagnaia. “L’anno scorso sono riuscito a recuperare Pecco e a finire subito dietro di lui. Quest’anno sono arrivato quinto, cinque secondi dietro, dopo una gara in cui ho dato tutto. E questo è stato molto frustrante per me perché ho dato il 100% ed eravamo così indietro“.
La mancanza di velocità massima della Yamaha M1 sui rettilinei ha costretto il pilota transalpino a rincorrere le Ducati, spesso senza nessuna speranza di tenere testa. Questo ha influito non poco sulle sue prestazioni e sul morale: “Sono salito in moto con molto meno entusiasmo rispetto agli anni scorsi“. Non solo mancanza di potenza, ma il prototipo giapponese ha visto mancare anche uno dei suoi tradizionali punti di forza: l’agilità nei cambi di direzione e la fluidità in percorrenza di curva. “Avevamo un telaio migliore degli altri, ma quest’anno non è stato così“.
La mancanza di prestazione sul giro secco ha condizionato il suo Mondiale. Nel 2021 è partito 14 volte in prima fila permettendogli di confermarsi campione del mondo di MotoGP. Nel 2022 solo cinque volte è riuscito a partite dalla prima fila, con una sola pole position. “Quando guardi quanto sono migliorati gli altri sul giro dal 2019 rispetto alla nostra prestazione, è frustrante. Gli altri sono migliorati di tanto, siamo ai livelli del 2019 o peggio“.