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Formula 1

F1|Alla scoperta del “porpoising” e del “bottoming”

In questi giorni di test, team e piloti hanno riscontrato due fenomeni riconducibili al ritorno dell’effetto suolo sulle vetture: il porpoising e il bottoming.

il “porpoinsing”, detto anche “effetto delfino”- Motori.News

Oggi è ufficialmente iniziata la prima “race week” della stagione. Venerdì 19, alle ore 13, le nuove vetture di Formula 1 scenderanno ufficialmente in pista per la prima sessione di prove libere. I 20 piloti, nelle ultime settimane, hanno provato questa nuova generazione di vetture nei test a Barcellona e a Sakhir.

Questi prototipi, totalmente rivoluzionari, hanno creato diversi grattacapi a piloti e ingegneri. Essi, infatti, hanno identificato due problemi che sentiremo parlare spesso durante questo 2022. Si trattano del “porpoising” e del ” bottoming”.

Il porpoising

Tradotto dai colleghi di Sky Sport come “effetto delfino”, è una delle principali conseguenze delle vetture ad “effetto suolo”. Il pilota percepisce questo fenomeno come dei salti ad altissima velocità ed è dovuto all’aereodinamica. La parte iniziale del fondo, o più frequentemente l’ala anteriore, è così bassa che tocca l’asfalto generando l’effetto suolo.

Ferrari SF-75, una delle vetture cha ha sofferto il “porpoising”- Motori.News

Più vicino è l’anteriore all’asfalto, maggiore è l’effetto suolo. Questo aumento di deportanza, dovuto alla maggiore differenza di pressione tra la parte superiore e inferiore della vetture, si genera fino a quando parte del carico viene improvvisamente rilasciato e la parte anteriore dell’auto si solleva di conseguenza, permettendo all’effetto suolo di fare di nuovo il suo lavoro. Questo movimento viene ripetuto nuovamente fino alla zona di frenata.

Le scuderie sono rimaste sorprese da questo effetto perché non è stato identificato in galleria del vento, portando non pochi problemi fisici ai piloti. Squadre come Ferrari e Red Bull, però, sono riuscite a trovare parzialmente una quadra. Dopo aver subito il “porpoising” a Barcellona, in Bahrain hanno portato un nuovo fondo scanalato sulla parte centrale al fine di ridurre l’effetto.

Il “bottoming”

McLaren, già dai primi giorni di Barcellona, non ha interferito con il “porpoising”. La MCL36, infatti, è bassa sull’anteriore in maniera tale da non subire questo effetto. Nonostante ciò ha dovuto apportare qualche aggiustamento aereodinamico, oltre ai freni che hanno rallentato il lavoro in Bahrain di Lando Norris. Si tratta del “bottoming”.

Come il “porpoising”, il pilota lo percepisce sui rettilinei. Non si tratta di un’oscillazione violenta che potrebbe causare problemi al collo. È un terribile rumore proveniente dalla parte centrale del telaio, il plank, che striscia l’asfalto perché la vettura è eccessivamente bassa.

La McLaren MCL36, guidata questa stagione da Lando Norris e Daniel RIcciardo- Motori.News

In questo caso non è necessario portare cambiamenti sostanziali al fondo. Infatti, è un fenomeno che è già stato riscontrato anche nelle scorse annate per la ricerca di un maggiore carico aereodinamico. Ne sentiremo parlare di più quest’anno visto l’effetto suolo. Per risolverlo è necessario un cambio di setup che interessa anche la geometria sospensiva al fine di massimizzare l’aderenza senza danneggiare il telaio.

Francesco Romeo

Napoletano, classe 2002. Studente di Scienze della Comunicazione e nel tempo libero parlo di sport, soprattutto di calcio e motori. Mi trovate anche su Sottoporta-Il calcio Internazionale.