Sebastian Vettel è sceso oggi in pista in questa prima giornata di test con un casco con una livrea speciale in supporto all’Ucraina. Questo è solo uno dei tanti atti di solidarietà dei piloti in questo periodo storico turbolento.
Il quattro volte campione del mondo è da sempre noto per il suo esplicito supporto alle tematiche sociali in giro per il mondo. La scorsa stagione indossò nel pre-gara del GP d’Ungheria una maglia arcobaleno per supportare la comunità LGBT+. Un forte messaggio in contrasto al premier magiaro Orban e alle sue politiche contro le minoranze.
Da direttore della Grand Prix Drivers Association(GPDA), l’associazione dei piloti per intenderci, Vettel ha promosso diverse iniziative solidali visto il conflitto in Ucraina e condannare le mosse che sta attuando il presidente russo Vladimir Putin.
Dal casco allo striscione: la condanna dei piloti al conflitto
Alla vigilia dei test in Bahrain, la GPDA ha organizzato un servizio fotografico in pista per condannare la guerra con uno striscione con tanto di scritta “No War”. Inoltre, i piloti indossavano t-shirt bianca con girasoli, la scritta sopracitata o la bandiera Ucraina.
Insomma, una presa di posizione abbastanza forte che personalità come Gasly, Schumacher o Hamilton stanno già esprimendo sui social da due settimane. Il pilota francese ha spesso pubblicato video di distruzioni delle città ucraine, mentre Mick e Lewis si sono lasciati andare a pensieri personali e promozioni di campagne di beneficenza.
Ovviamente, anche questa iniziativa è stata promulgata da tutti i piloti sulle proprie piattaforme. Si è distinto il sette volte campione del mondo inglese che non è riuscito a presenziare all’evento causa ritardo aereo ma ha dato il pieno supporto con una story su Instagram.
Eventi che hanno avuto il placet del presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem che ha anche apprezzato il bel gesto di Vettel. Questa mattina è sceso in pista con una nuova livrea del casco. Al posto della bandiera tedesca, è presente quella ucraina con un girasole e il logo “No War”. Non sappiamo se è una scelta provvisoria o definitiva, ma la Formula 1 parla chiaro: in un mondo globalizzato come quello del 2022, non deve esserci spazio per massacri atroci come quello in Ucraina.