Enea Bastianini è uno dei piloti italiani di maggior talento a non far parte della VR46 Academy di Valentino Rossi.
L’Academy VR46 di Valentino Rossi è stata formata una decina di anni fa per far crescere i giovani talenti italiani e portarli in MotoGP. Impresa riuscita con Franco Morbidelli, Pecco Bagnaia, Luca Marini e Marco Bezzecchi, in attesa che il prossimo anno debutti anche Celestino Vietti e in futuro Niccolò Antonelli. Non ne ha mai fatto parte Enea Bastianini, talento romagnolo, già campione Moto2 e vincitore di due Gran Premi in classe regina.
In questa stagione 2022 il ‘Bestia’ sembra aver trovato confidenza con la Top Class, tanto da vincere sia nella gara di esordio a Losail sia ad Austin. Ha sogni ambiziosi il pupillo di Carlo Pernat che punta ad essere il riferimento tra i piloti italiani. “Il ritiro di Valentino ha lasciato un grande vuoto in Italia“, ha detto all’edizione spagnola di Motorsport.com. “Quanto ha fatto non si può ripetere, ma voglio essere il pilota italiano di riferimento“.
Enea Bastianini è di Rimini, a pochi chilometri da Tavullia, eppure non ha mai fatto parte della VR46 Riders Academy. “Quando sono arrivato nel Motomondiale (2014), l’Academy era ancora agli inizi. Non sentivo la necessità di farne parte perché ero già nel Mondiale“. Il suo approdo in Moto3 è avvenuto grazie a Fausto Gresini che subito ha preavvertito la stoffa del campione.
Un’offerta da Valentino Rossi era arrivata, ma il pilota del team Gresini ha sempre preferito allenarsi da solo: “Quando ero giovane ero molto testardo. Ora sono cresciuto e sono cambiato“, ma non si pente di aver preso questa decisione. Anche se la VR46 è “una forza nel Mondiale” e potersi allenare al Ranch insieme agli altri piloti sarebbe stato sicuramente di grande aiuto. “Non avere i consigli di Valentino mi ha sicuramente reso tutto più difficile“. Grazie a Italtrans ha trovato fiducia in se stesso e conquistato il titolo Moto2 nel 2020, prima del salto in MotoGP.
Ducati gli ha offerto un contratto biennale nel team satellite e dal 2023 potrebbe addirittura entrare nel box factory: “Ho capito che non si arriva da nessuna parte solo con il talento. Hai bisogno anche di altre cose. Ho cambiato il modo di lavorare a casa e l’approccio ai box… Oggi sono anche meno testardo“. Non è un pilota che si allena a ritmi serrati, ha sempre visto il motociclismo come un divertimento più che come una professione. “Volevo lavorare il meno possibile perché non credevo di averne bisogno. Poi ho capito che non era vero. Due o tre anni fa ho capito cosa serve per essere un pilota importante e competitivo“.