La posizione del governo tedesco sul divieto delle auto a combustione ha scatenato le proteste degli attivisti di Greenpeace.
Il futuro dell’auto è elettrico. Questo è il messaggio che l’Unione Europea vuole mandare con il suo piano per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per farlo, una delle misure più importanti è lo stop alla vendita di auto nuove a benzina, diesel e GPL dal 2035. Questo significa che da quella data in poi, tutte le auto che entreranno sul mercato dovranno essere a zero emissioni di CO2, come le auto elettriche a batteria o a idrogeno.
Lo stop alle auto a combustione interna è stato approvato dal Parlamento Europeo nel febbraio 2023, con 340 voti a favore e 279 contrari. Il provvedimento fa parte del pacchetto “Fit for 55”, che prevede una serie di azioni per ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Tra queste azioni ci sono anche degli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per le auto e i furgoni nuovi: -55% per le auto e -50% per i furgoni nel 2030 rispetto al 2021.
Non tutti sono d’accordo con questa strategia. Alcuni paesi, come la Germania, hanno chiesto una maggiore flessibilità e la possibilità di far circolare anche i veicoli con carburanti sintetici, cioè prodotti da fonti rinnovabili come l’elettricità o l’idrogeno.
Questi carburanti, secondo i sostenitori, potrebbero ridurre le emissioni di CO2 senza dover cambiare il parco auto esistente.
Per protestare contro la posizione tedesca, gli attivisti di Greenpeace hanno organizzato una manifestazione simbolica a Berlino lo scorso 22 marzo. Gli attivisti hanno portato davanti alla porta di Brandeburgo la riproduzione di un SUV sbattuto sul marciapiede, con tanto di fumo finto e un cartello con la scritta “Stop alla distruzione del clima”. Lo scopo era quello di denunciare il pericolo che questi carburanti rappresentano per il clima e per la sicurezza stradale.
Greenpeace sostiene che i carburanti sintetici sono inefficienti e costosi da produrre e che richiedono molta più energia rispetto alle auto elettriche. Inoltre, questi carburanti non risolvono il problema dell’inquinamento atmosferico e acustico causato dalle auto a combustione interna.
Infine, Greenpeace critica il fatto che i carburanti sintetici favoriscano la circolazione di SUV e altri veicoli pesanti e ingombranti, che aumentano il rischio di incidenti mortali.
La protesta di Greenpeace ha voluto lanciare un messaggio chiaro: il futuro dell’auto è elettrico e non ci sono alternative valide. Gli attivisti chiedono all’Unione Europea di confermare lo stop alle auto a combustione interna dal 2035 e di incentivare la transizione verso la mobilità sostenibile. Solo così si potrà salvaguardare il clima e la salute dei cittadini.