Con il nuovo motore cresce la cilindrata ma si perde l’ultimo tratto distintivo della tradizione Ducati…la celebre distribuzione Desmodromica.
Prima di elencare tutta la bella rassegna stampa che Ducati ha magistralmente prodotto, non possiamo non fare una introduzione, da appassionati del marchio, marcatamente critica su quest’ultima scelta tecnica.
A questo giro si sono dovuti impegnare davvero tanto. Hanno preparato davvero un numero da circo dove il “Joker” Domenicali, in plateale difficoltà, ha dovuto sparare continuamente dei flare di controaerea in un video di 19 minuti (nemmeno per il motore V4 Desmosedici Stradale era stato presentato un video così) per distogliere lo sguardo dello spettatore dalla magia. Quella di far sparire la distribuzione Desmo senza farsene accorgere.
La motivazione pare sia squisitamente tecnica. Una distribuzione del genere porta ad un motore più fluido ai bassi oltre ad allungare in maniera impressionante gli intervalli di manutenzione. Questi particolari, però, non ci convincono del tutto. Non possiamo pensare nemmeno che sia una mera scelta economica perché, per quanto sia certo che costa meno produrre una distribuzione con richiamo a molle, è pur vero che per ingegnerizzarla, testarla e produrre fusioni diverse ha costi elevatissimi. Oltretutto la Ducati Mulsitrada V4 non è certo una moto da 100.000 pezzi annui.
Non sappiamo quale sia il reale motivo dietro una scelta che rimane, a nostro giudizio, in antitesi con la tradizione Ducati.
Ad ogni modo il nuovo motore Ducati da 1160 centimetri cubici, eroga una potenza di 170 CV. La coppia massima è di 125 Nm ad 8.750 giri al minuti. Il motore si dimostra, come già detto più fliuido nella sua progressione. Inoltre Ducati, grazie all’impiego di materiali, trattamenti e tecnologie innovative, ha dato vita ad un propulsore che “dura nel tempo”. La Casa di Borgo Panigale è riuscita ad allungare enormemente gli intervalli di manutenzione, fissati ora ogni 60 mila km.
Che dire dunque, una scelta discutibile che farà storcere il naso a molti, ma che alla fine dei conti potrebbe pagare nel futuro. Il ducatista si abituerà a questa novità? Lo sapremo meglio nei prossimi anni. Continuate a seguirci.